Un giro di tarocchi

Ogni tanto perdo il Lume della ragione. Mi rivolgo allora al Nume dell’ispirazione che, solo a lasciarglielo fare, una mano la dà sempre. Ha però, tale Nume, un piccolo difetto: per manifestarsi ha bisogno di qualcuno o qualcosa…un gatto nero, un lancio di monete, un mazzo di tarocchi. Il gatto nero è fuori, sui tetti e io ho finito  gli spiccioli, restano i tarocchi: li mescolo e chiedo “torneranno tempi migliori?”. Poi li dispongo a giro.

A favore mi esce l’VIII Arcano, la Giustizia, la virago con bilancia e spada. “E lo so che, gira gira, ho sempre ragione io!” borbotto tra me e me.
All’opposto c’è il III, l’Imperatrice, che ad avercela contro gira male: non sei ‘up’, non sei ‘in’, non sei ‘vip’ o non c’hai i soldi, il che è lo stesso.
Che fare allora? Si erge il IV Arcano o l’Imperatore, che sta a indicare alte protezioni, autorità e giri giusti, appunto.
Per arrivare a cosa? Qui il cuore mi perde un battito perché c’è il XXI, il Mondo, a dirmi che l’esito sarebbe (mi sta a prendere in giro?) di tutto e di più, gran successo e felicità.
E l’ultimo Arcano che è dato dalla somma di tutti gli altri  (8 + 3 + 4 + 21 = 36 = 3 + 6 = 9) è, guarda caso, proprio l’Eremita giro-vago, a sussurrarmi che senza disturbare il Nume, procedendo al Lume della ragione, si trova sempre quanto si cerca.

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