In the Chelsea Hotel

Per colpa di quel poetastro di Cohen, tutti  parlano di me solo per un pompino. Ma è successo davvero proprio come nella canzone! Le mie mura di mattoni rossi rivestite di tappezzeria puzzolente e ingiallita hanno visto tutto. Stanza n. 2. La ragazza* gli diceva tu sei un’eccezione perché hai la musica. Lui sembrava indifferente, ma aveva bisogno di lei. Aveva bisogno della sua leggenda per scrivere una canzone di cui io, Chelsea Hotel, non sentivo proprio il bisogno. Ho visto agonizzare il Dylan** gallese, che un dottore inetto riempì di morfina per calmare i suoi terribili mal di testa. Al primo piano il Dylan*** americano cantava per sua moglie Sara. Kerouac e Burroughs venivano a trovare una delle migliori menti della loro generazione, che mangiava fuoco come ricorda quell’altro pazzo di Ginsberg ****. E poi c’è Nancy, accoltellata nella stanza n. 100, e Sid che la guarda e ripete non sono stato io*****. E Tom Wolfe e Patty Smith, Mark Twain e la divina Bernhardt, Arthur Clarke, che da me scrisse 2001 Odissea nello Spazio, e Warhol, che per qualche tempo usò la hall come il primo tentativo di Factory. In 130 anni nelle mie stanze sono passati i più grandi poeti, scrittori e stelle della musica rock. Sono stati girati film, registrate canzoni, scritti poemi. Amori, grandi e piccoli, sono nati e finiti. Ci sono stati persino satanisti saliti sul terrazzo per disseppellire zombie******. E l’alcool a fiumi, l’eroina e il vomito sui tappeti. Le risse e le orge. La polizia chiamata da ospiti che non riuscivano a dormire. Insomma, io che ho visto tutto questo, vi sembra che avessi bisogno di passare alla storia per un… beh, non me lo fate ripetere!

* L’ipotesi più accreditata è che si trattasse di Janis Joplin.
** Dylan Thomas morto a New York a causa di un edema cerebrale e non, come molte biografie riferiscono, per l’abuso di alcool.
*** Bob Dylan, alias Robert Allen Zimmerman, che scelse il cognome Dylan proprio in ricordo del poeta gallese.
**** Hunke, ladro e tossico, amico di Ginsberg a cui ispirò la famosa poesia l’urlo.
***** Nancy Spungen, fidanzata di Sid Vicious, leader dei Sex Pistols, trovata morta accoltellata nella stanza n.100 del Chelsea Hotel. Vicious, che non ammise mai l’omicidio, morì qualche mese dopo a causa di un’overdose di eroina.
****** Harry Everett Smith, etnomusicologo, antropologo, regista, artista e occultista diceva di aver liberato uno zombie prigioniero nel roof garden del Chelsea Hotel.

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