La notte scorsa Sky ha cominciato a trasmettere le immagini registrate dalla telecamera in prossimità della scuola di Brindisi dove, il 19 maggio, ci fu l’attentato che uccise Melissa Bassi. La registrazione è – ormai – su tutto il Web. La differenza, rispetto alle prime immagini diffuse, è che quelli erano fotogrammi; questo è un vero e proprio video.
Si vede un maschio adulto, in giacca, che va avanti e indietro due/tre volte; poi si ferma e, con la mano sinistra, sembra premere qualcosa. Passano pochissimi secondi e si vede la tenda in alto che si agita come investita da una folata di vento mentre la telecamera stessa sobbalza. E’ evidente che si tratta delle conseguenze dell’esplosione, come dimostrano anche le immagini successive. La figura presente fino a quel momento si eclissa, sostituita da persone che si muovono in mezzo al fumo.
Queste immagini sono molto importanti perché suggeriscono che a determinare l’esplosione sia stato proprio il tizio ripreso. Se ne ricava, poi, la certezza che l’intenzione era di far esplodere l’ordigno precisamente in quel momento; quando, cioè, arrivava il pullman da Mesagne. Cosa che – considerando quanto a Mesagne era accaduto ancora pochi giorni prima – fornisce un indizio tutt’altro che secondario.
Mi chiedo come mai queste immagini siano state rese pubbliche solo adesso e non subito; e siano state, invece, sostituite da fotogrammi assai meno significativi. La diffusione di immagini serve anche alla identificazione di chi in esse compare. Nel video ci sono elementi essenziali a questo fine, altrimenti non percepibili. Il primo è la dimostrazione (pressoché certa) che la persona inquadrata è quella che ha attivato l’esplosione. Il secondo – ancor più importante – è quella che gli inquirenti chiamano “postura”; vale a dire come un soggetto si muove e cammina. E’ un dato che, ai fini della identificazione, è superato per importanza solo dai tratti somatici.
Sono vere e proprie “sgrammaticature” nella gestione delle indagini e dei documenti disponibili. Non affermo che si tratti di conseguenza delle evidenti gelosie e concorrenze fra “procure” che si sono manifestate in questa circostanza. Ma non lo escludo neppure. Come non escludo che questa nota possa avere un seguito.