Alice Munro è canadese. Il binomio Canada-letteratura può suonare strano – si pensa a giubbe rosse, cacciatori d’orsi, boscaioli, sciatori – eppure il Canada ha prodotto una generazione di scrittori, tutti ormai ottantenni o quasi, qualcuno morto, di potenza straordinaria: Mavis Gallant, Mordecai Richler, Alice Munro, Margaret Atwood. E poi, più giovani, Michael Ondaatje, William Gibson, Douglas Coupland. Quali altre letterature contemporanee possono mettere in fila tanti nomi simili? Capaci di creare generi, come Gibson, di ridare vita – penso a Richler – al genere asfittico del romanzo, di restituire al racconto, come Munro e Gallant, lo splendore di Cechov. Ecco, forse il Nobel dato a Munro è un nobel ideale a tutti i Crazy Canucks della letteratura. Non solo per adulti. In Canada è nato un autore di storie per bambini che si chiama Jon Klassen. Mio figlio, due anni, lo adora, al punto che ho dovuto scrivergli una lettera, alla quale lui ha risposto con gentilezza inimmaginabile. I suoi libri più geniali si intitolano I Want My Hat Back e This Is Not My Hat. La prima è la storia di un orso alla ricerca del cappello scomparso, la seconda quella di un pesciolino che ruba il cappello a un suo simile dieci volte più grosso. In una ventina di pagine illustrate trovi Munro, Gibson, Atwood, Coupland e, nei finali, Mordecai Richler. Adoro il Canada. Adoro le giubbe rosse. Scrivere a cavallo non è roba da tutti.
Dettaglio di illustrazione da This Is Not My Hat, 2012, di Jon Klassen