In tempi di saturazione della politica, anche i talk show tradizionali soffrono. Arranca il nuovo Ballarò condotto da Massimo Giannini. Va un po’ meglio il prodotto gemello su La7, stesso giorno stessa ora con l’onnipresente Floris, ma solo grazie alla copertina di Crozza. Vespa continua ad allestire nel suo salotto stanchi contraddittori e plastici alla bisogna, ma ormai non se lo fila più nessuno. Il dibattito-trash abbonda dalle parti de’ La Gabbia, dove l’ex-direttore della Padania, Gianluigi Paragone, veste i panni del tribuno de noantri con orecchino e abbigliamento finto casual straccione. Santoro mette le mani avanti e iniziando la nuova stagione di Servizio Pubblico si autoflagella scrivendo ai suoi supporter di disertare lo spettacolo se si annoiano. E i telespettatori sembrano averlo accontentato visto il crollo degli ascolti. Ormai di sentire per l’ennesima volta il battibecco tra tizio e caio, il sondaggio che dà in ribasso il partito x dello 0,01% se si andasse a votare oggi, l’esperto di turno che dà consigli su come affrontare la disoccupazione, l’emigrazione, l’inflazione, la deflazione, la desertificazione, la corruzione, la… l’utente cambia canale e cerca rifugio nelle serie TV. Dove magari si parla anche di politica, ma è tutto più avvincente. Vuoi mettere la graziosa e volitiva Olivia Pope di Scandal che dedica la sua vita a proteggere e amare (in gran segreto) l’affascinante premier americano con le nostre portavoci, responsabili delle comunicazioni governative di ieri, di oggi e temiamo anche di domani? E che dire di Birgitte Nyborg, primo ministro danese nella fiction Borgen? Bella, pragmatica, intelligente, con carisma da vendere, incarna un modello finora inesistente nella democrazia italiana, quello di una donna alla guida del Paese. Il successo è tale che gli autori continuano a sfornare serie su serie, lasciandoti a ogni finale con terribili interrogativi sulla sorte dei tuoi eroi ed eroine, che verranno soddisfatti soltanto nelle puntate future. Ma per gli amanti degli intrighi politici, il fenomeno ormai di culto è House of cards, con il perfido Kevin Spacey che oltre a influenzare la Casa Bianca ora dà consigli pure a Palazzo Chigi. Meglio appassionarsi agli intrighi altrui che seguire svogliatamente i propri. Per un prodotto così di successo stanno già montando, in America, la terza serie (la seconda viene trasmessa in questi giorni). E per noi, poveri cittadini disorientati e nauseati, cosa stanno preparando? Restiamo fiduciosi davanti allo schermo. Prima o poi arriva il seguito.