Mentre scrivo, in questo momento, in Francia come in tutta Europa migliaia e migliaia di persone sono in piazza, e non per inveire contro i musulmani, ma per gridare al mondo intero che la libertà è il primo dei valori. Io sono con loro, con tutto il mio cuore. I morti a Charlie Hebdo, settimanale satirico francese, reo di pubblicare vignette irriverenti su ogni tema, Islam compreso, al momento sono 12. Gli assassini incappucciati si sono dati alla fuga, incolumi, gridando Allah Akbar. Si è trattato di un freddo attentato super organizzato, non della follia di pazzi isolati e deliranti. Certo, il nostro mondo occidentale, liberale e pure capitalistico, ha tanti, tantissimi difetti e commesso violenze, ma il TERRORISMO ISLAMISTA ci odia e ci ammazza per le nostre, forse poche, ma importanti, virtù: le libertà: religiosa, di parola, di opinione, di stampa. E per quel poco o tanto di rispetto per la vita umana che abbiamo con fatica conquistato – per quel poco o tanto di libertà e dignità femminile che abbiamo con fatica costruito. Ci odiano perché non impicchiamo gli omosessuali, e perché lasciamo andare le bambine a scuola e le ragazze all’università, e non costringiamo le donne a coprirsi la faccia e a vivere da schiave. Insomma, io credo che siamo davanti a un progetto politico, ricco e oscuramente potente, di conquistare il pianeta tutto – nel terrore e nell’odio. La religione per questa macchina di morte è solo una maschera distorta, uno strumento d’inganno.
PS Come molte persone con la sindrome di Asperger, non capisco la satira, perché la prendo, autisticamente, troppo alla lettera. Mi ferisce sempre, anche quando colpisce e umilia persone che non amo. Quindi no, Charlie Hebdo non mi faceva ridere, mi attristava. Come prima Harakiri. E come Forattini o anche i nostri mediocri e crudeli satiri. Eppure, autisticamente, partecipo con tutto il cuore al dolore per le vittime, che avevano idee e stili diversi dai miei. E stasera sarò a Roma in piazza Farnese per loro. La libertà per cui vivo è di tutti, non solo di quelli che la pensano come me.