Illustrazione Stefano Navarrini

Non ci sono più i giornali di una volta

Il nonno Ciccio era un lettore compulsivo e il rito di ogni giorno era andare in piazza, col passo calmo di una leggera salita, e dopo un paio d’ore, tornare con il giornale. Si sedeva alla scrivania nella prima stanza della casa e passava il tempo leggendo giornale e libro del momento. Una volta letto il quotidiano, pagina per pagina e riga per riga, lo riponeva in una ordinatissima pila a fianco della sua postazione. Ogni settimana, munito del suo coltellino da tasca affilatissimo, dopo aver ripiegato con metodo ogni foglio di vecchio giornale, fino a formarne un pacchetto di circa cm.10 per cm.15, procedeva al taglio infilando la punta tra le pliche create. Otteneva così blocchetti compatti di foglietti, ancora capaci di essere letti e di rilasciare ombrosi residui di stampa. Quindi andava nel locale dove troneggiava un modesto cesso, moderno riscatto dalla scomoda turca, e dopo aver praticato con la punta del coltellino un buco a metà del lato più corto del pacchetto, lo infiggeva su un chiodo attaccato, ad altezza e distanza opportuna, a fianco della comoda. Così, anche se non era carta bianca, quella era la fine dei quotidiani in casa sua.Ci si puliva il culo.

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