“Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere molto e scrivere molto.”Stephen King, On writing
Parole sagge, ancor più se dette da un talento come il tuo, ma, dimentichi una cosa, caro Stephen: IL TEMPO. Occorre avere molto tempo per poter scrivere. Leggo da Wikipedia che l’autore “si dedica alla scrittura rigorosamente ogni mattina (pomeriggio e sera sono riservate a riposo e famiglia), perché se non scrive ogni giorno comincia a perdere contatto con la trama e il ritmo e a non sentire più l’emozione, produce dieci pagine, duemila parole, talvolta di getto, talvolta faticando invece fino a pomeriggio inoltrato, fermandosi solo eccezionalmente prima dell’obiettivo prefissato. Per riuscire a mantenere una simile regolarità, secondo King, è necessaria un’atmosfera serena, che nel suo caso è stata costruita su una buona salute e su una stabile relazione sentimentale. Spiega, anche, che si deve trovare un proprio luogo di scrittura, il cui unico elemento necessario è una porta con cui poter chiudere fuori il mondo, avere un traguardo quotidiano da raggiungere e rispettare una precisa disciplina oraria.”
Veramente ammirevole la metodicità e la costanza di Mr King. Ma la domanda è questa: chi c’è dietro di lui? Nel senso di: chi gli rifà il letto, riassetta la casa, prepara da mangiare, sparecchia, va a far la spesa, lava i piatti, fa la lavatrice, paga le bollette, porta i figli a scuola, dal medico, a calcio, ai party degli amichetti… da anni? La risposta è semplice: la MOGLIE.
C’è sempre stata lei dietro di lui, che non sarebbe diventato il famoso Stephen King, se avesse dovuto sbrigarsi queste faccende da solo. Ma mettiamo il caso che la signora avesse avuto velleità da scrittrice di bestseller… scommettiamo che non avrebbe potuto assecondarle così bene come ha fatto lui? Perché una donna avrà sempre qualcuno di cui prendersi cura e non sarà mai lasciata abbastanza sola per poter scrivere in pace, quanto pare piace a lei. Per questo motivo, a volte, VORREI TANTO UNA MOGLIE.
Chissenefrega di fidanzati/compagni/mariti/amanti… alla fine sono tutti uguali: sono UOMINI, fatevene una ragione.
Virginia Woolf ci ha lasciato una frase memorabile: “Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé per poter scrivere” (Una stanza tutta per sé, 1929). L’autrice fa un esplicito riferimento all’impossibilità delle donne di riuscire a ottenere un posto nella società, perché troppo impegnate a occuparsi di bambini e attività domestiche. Sono passati novantasei anni, il ‘900 ha portato invenzioni epocali, molto è cambiato, ma questo saggio rimane di un’attualità sconfortante, specie se applicato alla situazione del “Bel Paese”, dove un giornalista (pirla), ha osato tuonare, qualche anno fa, dalle pagine nazionali “Togliete i libri alle donne, torneranno a far figli.”
A lui, e a quanti la pensano come lui, vorrei consigliare una storia…
Più di cinquant’anni or sono, una giovane donna, riportò al concessionario la Fiat ‘600 nuova di pacca, regalo del marito, per coronare il suo sogno di libertà, una volta recuperati i soldi dell’acconto. Un sogno chiamato LAVATRICE, uno dei primi modelli, appena arrivati dagli Stati Uniti: “l’unica invenzione che ha fatto davvero la differenza e ha messo fine a secoli di fatica delle donne”, così disse. Tornando a casa, passò anche in libreria. Non aveva alcuna importanza il titolo del volume “Qualunque libro sarebbe andato bene. Era il gesto di tornare a leggere che faceva la differenza, era l’idea di aver riconquistato un po’ di tempo per me.” La storia è reale e appartiene alla nonna di Mario Calabresi, direttore de La Stampa. La trovate per intero nel volume “Cosa tiene accese le stelle” a pagina 6-7.
Chiuderei con un consiglio per chi legge: regalate alle vostre donne, tempo per loro, per poter dedicarsi anche a fare nulla, ma che siano loro a decidere come sfruttarlo. E chi lo sa che non nasca una Miss King da bestseller…