Mi chiamo Aram

Mi chiamo Aram. In farsi il mio nome vuol dire quieto. Vivo in Italia e ogni mattina, dopo aver recitato il Fajir e lo Shuruk, vado a lavorare. Io lavoro al supermercato. Non dentro il supermercato, ma fuori, all’ingresso. Il mio lavoro consiste nell’aiutare gli italiani a caricare le loro auto con le buste piene di tutto il superfluo che c’è e ricevere in cambio la moneta da un euro o da 50 centesimi inserita nel carrello. Mi capita di aiutare anche persone che sono senza automobile. Le aiuto a portare le buste della spesa fino alla strada, a superare una ripida salita. Si tratta di vecchi, a volte molto vecchi. Io oramai li conosco tutti. La signora Maria, ad esempio, ha 83 anni ed una nipote di 23 anni, la mia stessa età. Io ho tre figli le ho detto e sua nipote quanti figli ha. La signora Maria si è messa a ridere. Nessuno, ci mancherebbe altro, ha detto. Poi c’è il signor Carlo, un uomo alto con gli occhi azzurri. Ha quasi 90 anni e le prime volte rifiutava di essere aiutato. Poi un giorno si è fermato e mi ha chiesto da quale paese io venissi. Dall’Iran, ho detto. Lui si è bloccato ed ha cominciato a ripetere “Io parlo dall’estremità della notte, dall’estremità dell’oscurità e dall’estremità della notte, io parlo. Se verrai a casa mia, mio caro portami un lume e una piccola finestra per guardare la stradina affollata e felice”. Io ho sorriso e, non capendo, gli ho chiesto se desiderasse essere accompagnato a casa. E lui ha detto ” non conosci  Forough Farrokhzad?” No, ho detto io, chi è. Mi ha spiegato che è stata una grande poetessa iraniana, morta giovanissima nel 1967 in un incidente stradale. “E’ stata una grande donna, ha lottato per l’indipendenza delle donne nel tuo paese”. Io ho detto sì, per cortesia, ma, in realtà, non l’ho mai sentita e non sono sicuro che fosse iraniana. Mi piace il mio lavoro e mi piace ogni mattina aspettare i miei cari vecchietti. Quando non li ho visti per qualche giorno, a causa della neve, mi sono sinceramente preoccupato. Posso dire che sono miei amici. Dalla signora Maria non accetto più nemmeno la mancia. Non si può. E’ anziana e gli anziani vanno aiutati, sempre. Dopotutto io sono già fortunato; non ho bisogno della sua mancia.
A volte sono riuscito a portare a casa anche 50 euro.

Mi chiamo Aram e il mio nome vuol dire quieto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto