Lui parla da solo. Inoltre va avanti e indietro tutto il giorno dal suo appartamento; nel giro di pochi minuti esce, rientra, ri-esce e ancora, dimentico di qualcosa, torna indietro a prenderla.
Poi finalmente richiude la povera porta, sbattendola più che vigorosamente. Lo sanno bene le mie chiavi appese che tintinnano tutto il giorno per merito suo.
Tutto questo cantando.
Sì, lui canta. Non come si canticchierebbe sotto la doccia o tra sé e sé mentre si è intenti in qualche lavoro di bricolage o simili. No, lui canta proprio, a distesa, libero e disinibito come a una sagra di paese.
Oh, di chi parlo?
Del mio vicino di casa.
Di colui che a seconda di come gli gira, certi giorni mi saluta e altri no; il dirimpettaio dai mille impegni, che stamattina prova a girare la chiave nella serratura di casa mia, poi da solo osserva “Cazzo, ho sbagliato porta” e io ho così scoperto che oltre a cantare, fuma, sicuramente roba poco lecita.
Insomma, ci son quei giorni che uno dice “Ce ne fosse uno normale!”.
Perché, sapete, nel condominio più-apparentemente-normale-del-mondo-ma-in-realtà-no quale è quello in cui vivo, vi è una scelta condomaniacale piuttosto varia.
C’è l’anziana inquieta e un po’ svampita che martella violentemente contro porte o muri, naturalmente solo verso le due di notte sennò che gusto c’è; il tizio che ha la consolle del telefono fuori al balcone ed è lì tutto il tempo che parla parla parla, prodigando i cavoli suoi all’intero vicinato e facendosene a sua volta parecchi di altrui.
C’è la nonnina che urla aiuto ogni volta che sua figlia o la badante o quel che è -non l’ho ancora capito- la porta a spasso; poi c’è l’adolescente inquieto che va in giro a far proposte oscene e, infine, ci sono io.
Ecco, ora il calcolo del se tanto mi dà tanto va da sé…
Insomma: qual è la mia stranezza?
Si sa che i propri difetti sono spesso materia ostica e inconoscibile e che quindi, presumibilmente, c’è ma io non la vedo.
O forse no, non c’è, ma per la regola della relatività è proprio quest’assenza di bizzarre manie a rendermi paradossalmente strana a mia volta.
Ed ecco, al mio apparire la nonna insonne, il baby maniaco, il collaudatore di porte e il telefonatore sgomiteranno di certo tra loro, mormorando: “Shhhhh zitti, zitti che arriva quella, quella normale.”
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