Gerico

La luna è altissima sul palazzo di Hisham. Con le prime luci del giorno a malapena si scorge. Da questo buco non l’ho mai veduta così lontana.
Luna da noi si dice Gerico. E a Gerico, che sorge nel buco più profondo della terra, sono nato io. Chissà, in questo buco, un miliardo di anni fa, forse c’era davvero la luna. Poi se la sono portata via, come tutto il resto.
Il giorno in cui sono nato, il 4 giugno 1967, c’era un re e c’era una pace. Il 5 giugno nulla era più come prima. Sei giorni di guerra per ritornare ai confini della Giudea e della Samaria.
Sette giri di mura per sette giorni e i corni di Yehoshùa hanno scandito il dissonante tempo delle percentuali. Chi ha più popolazione deve avere meno terra. Il 5 giugno 1967 i Samaritani sono diventati tutti cattivi.
Oggi, nel giorno in cui i cattolici ricordano la morte di Yehoshùa (l’altro, quello crocifisso dai giudei) io e i miei amici partiamo in bicicletta alla ricerca della luna o della sua orma. Da Gerico a Ne ot Hakikar, sulla riva occidentale di Yam HaMelah e ritorno, stavolta sulla riva orientale. La seconda parte del percorso sulla riva occidentale la faremo in Israele.

Ciò ha significato un cospicuo numero di autorizzazioni alla Mishteret. E non meno autorizzazioni abbiamo dovuto chiedere in Giordania – dove sono rimasti i samaritani buoni – perché il ritorno lo faremo tutto in quel paese. Ci hanno fatto mille domande sospettose: “Perché volete fare il giro del Mar Morto?” “Ma perché andate in sette?” “Perché proprio nel fine settimana della Pasqua cristiana che quest’anno, oltretutto, coincide con la Pasqua ebraica?”. Siamo stati interrogati, esaminati, visitati.
La polizia israeliana non poteva credere che sette medici palestinesi avessero deciso di percorrere più di 250 chilometri in bicicletta intorno al mare di sale solo per divertimento. In realtà nessuno, soprattutto le nostre mogli, pensava che fosse una bella idea pedalare nella zona più depressa del mondo con temperature, già in questa stagione, superiori ai 40 gradi. “Sharif” ha detto mia moglie “che Allah protegga te e i tuoi amici dal caldo e dalla vostra follia”.
Ora sul palazzo di Hisham la luna è scomparsa e il sole inizia ad affilare i denti. Da questo luogo dove 1300 anni fa un califfo strabico e visionario ha costruito la sua immortalità, abbiamo iniziato il nostro viaggio. Con cambi non molto morbidi e la pedalata lunga siamo entrati nella zona C (quella sotto il controllo israeliano) e, al segnale del nostro capitano, ci siamo sfilati le maglie mostrando tutti la stessa t-shirt con la scritta: Siamo sette e per settanta volte sette vi chiediamo di restituirci la Luna.

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