Avevo mandato un sms al numero che mi avevi scritto sul sacchetto dei carciofi: «Ci vediamo domani al molo?»
Hai aspettato un po’ per rispondermi: «Ok. Alle 12!»
Sei puntuale e anch’io. Mi hai fatto un sorriso tenero e poi hai messo le mani in tasca.
Forse non sapevi dove metterle, oppure avevi paura di toccarmi.
Tu mi piacevi, a pelle. E forse anch’io.
Non sapevo cosa mettermi: volevo darti una bella impressione.
Spalle scoperte, dunque, fa caldo e qui c’è sempre il sole, a luglio.
Ci siamo incamminati lungo il molo, vicini e con lo stesso passo.
Ti ho chiesto cosa avresti fatto quest’estate per guadagnare qualche dollaro, dopo aver venduto carciofi e ortaggi al banco di tuo zio.
Mi hai risposto ridendo: «Venderò albicocche e pesche».
Siamo arrivati alla fine del molo e ci siamo affacciati sull’oceano.
Poi ci siamo girati a guardarci.
Tu hai tolto una mano dalla tasca e me l’hai posata sulla guancia.
Io ho messo la mia sopra la tua.
Sono passati quattordici anni e ancora sento quel tocco.
Molo di Santa Monica C.A – Luglio 2001