La risposta di Mika al dispregiativo frocio scritto sulla sua immagine pubblica è un esempio da celebrare. Le sue parole sono un modello disarmante e semplice da seguire. Chi ha avuto, grazie al talento o alla fortuna, il dono della visibilità e notorietà può fare moltissimo per gli altri che, nel mondo reale e quotidiano, invece subiscono e si nascondono, omettono la propria identità. Non tutti i gay famosi in Italia, uomini e donne, esprimono la libertà di Mika, e fanno male, malissimo. Ci sono cantanti, registi, artisti che hanno il privilegio del successo, hanno una grande disponibilità economica, quindi lo spazio per essere ciò che sono, combattere gli stereotipi e il razzismo, far cambiare i pregiudizi nei confronti dell’omosessualità. La lista dei nomi di queste persone sarebbe interminabile, ve lo assicuro, eppure tacciono, negano, mentono pur di conservare non la privacy, come viene inneggiato, ma la fetta di glamour e di supporter che potrebbero perdere. Preferiscono non essere se stesse piuttosto che rivelare la propria essenza. Chapeau quindi a Tiziano Ferro e Mika, pollice verso per gli altri e soprattutto le altre, lesbiche mimetizzate che usano la loro icona solo per vendere il loro prodotto e non capiscono che un solo gesto rivelatore delle scelte sessuali aiuterebbe chi ha paura di dirsi ai genitori, agli amici; influenzerebbe positivamente l’eliminazione delle posizione retrive in fatto di omosessualità e diritti. I famosi e le famose sembrano dirci noi la libertà di fare ciò che ci pare ce l’abbiamo, voi che cazzo volete da noi? Mika ha risposto: si ricorda dei soprusi e degli insulti subiti nell’adolescenza, sa che altri adolescenti ancora oggi vivono lo stesso dramma, e si espone in prima persona, ci mette la faccia perché sa che il potere della fama può molto per abbattere muri. Diciamo w la sua verità. Agli altri, artisti vari, diciamo abbasso la vostra menzogna e la vostra fifa.