La pubblico, la foto. Perché ha davvero toccato il cuore del mondo, perché ora alcuni governi Europei si stanno già muovendo per cambiare le loro politiche verso i rifugiati. Perché ha fatto capire la dolcezza e lo strazio di un bimbo morto. E metto anche il nome della fotografa che ha avuto il duro coraggio di scattarla. Mentre scrivo, Aylan, la mamma e il fratellino già sono stati seppelliti a Kobane, città curda martellata dalle bombe dell’Isis, turche, e pure di Assad. Città massacrata e in rovina, dove tante migliaia di persone già sono morte, e morti migliaia di bambini, di compagni di gioco di Aylan. Dove il papà del piccolo ha intenzione di passare il resto dei suoi giorni accanto alla tomba dei suoi cari.
E’ giusto sapere, è giusto anche piangere.