Il cane di Freud

Si chiamava Lin Yug, cinese, chow di razza. Fonte di distrazione, tutta sua. Il suo nome, letteralmente tradotto, foresta, giada fine, unita, legata, soggiogata, diretta, concentrata, usata e applicata. Deliziosa, rallegrava molto. Fedele testimone ai piedi del lettino. Non tutta tristezza e angosce e batoste, nemmeno stare davanti ai cancelli di una birreria all’aperto, sostenuti da statue. Non poteva entrare, condannato a tornare indietro (1). Il lavoro ci rese liberi, e poi? Dei sogni tutto si può dire. Intanto il tempo, divoratore di figli, lo sistemiamo nel taschino. Der Professor, come l’uomo nel canile, abbaiava, scodinzolava, latrava, ubbidiva, ringhiava, mordeva, non mollava l’osso. Cacciava ed era cacciato. Oppure soltanto imparavano con il tempo a diventare inseparabili? Dopo Jo- Fi, prima della fine. Piaga cancerosa, ulcerata e fetore che persino i chow si tengono alla larga, non riuscendo ad avvicinarsi al padrone. Freud ne conosceva già il significato (2). Le camicie brune avanzavano (3) mentre suonavano di Mama iz gegangen (4).

Note

1. Se la principessa Marie Bonaparte si confida con Freud, Freud a sua volta si confida con Sua Altezza. “Nella primavera del 1928, quando lei gli dice che sta lavorando sul problema dell’inconscio e del tempo, Freud le rivela un suo strano sogno ricorrente che per anni non è riuscito a capire. Sta davanti ai cancelli di una birreria all’aperto, sostenuti da statue, ma non può entrare e deve tornare indietro. Freud dice alla principessa che effettivamente una volta ha visitato Padova insieme al fratello e non è potuto entrare in certe cantine dietro un cancello molto simile. Tornato a Padova dopo molti anni, aveva riconosciuto in quel luogo il posto del sogno, e stavolta era riuscito a visitare le cantine. Adesso, aggiunge, ogniqualvolta non riesce a risolvere un enigma, ha di nuovo questo sogno. Il tempo e lo spazio rappresentano misteri che Freud si rammarica di non aver finora saputo chiarire” (P. Gay. Freud. Pag. 493).

2. Freud muore alle tre del mattino del 23 settembre 1939.

3. Il primo settembre 1939 i tedeschi invadono la Polonia e Max Schur, medico personale di Freud, va a Maresfield Gardens per essere di aiuto in caso di un attacco aereo su Londra.

4. Titolo di una canzone Yiddish. ll testo, liberamente tradotto, grosso modo, suona cosi: “Mia madre andò al mercato per comprare un pò di carbone. Mi ha portato indietro una bella ragazza dalla Polonia. Oh, che ragazza che era, bella e fine, una delle Nazioni Unite, bella e fine. Ah, quegli occhi neri di lei, ah mio gattino. Mia madre andò al mercato per comprare un po’ di cavoli. Mi ha portato indietro una bella ragazza per farmi allenare. Ah, quei denti bianchi di lei, ah, mio gattino. Sono stato a mangiare mandorle, ho bevuto vino. E ho amato una ragazza e non potevo separarmi da lei. Oh che ragazza che era, come era bella e fine. Ah, quei capelli neri di lei, ah, mio gattino”.

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