SantAmbrogio Tutto attaccato

SantAmbrogio, tutto attaccato. E’ il cuore di Milano, e anche una larga fetta del mio. E’ il grande saggio vescovo che ci diede il carnevale lungo, e il nome di ambrosiani. Per i mondani è il giorno dell’inaugurazione della Scala, con le serate in pompa magna anni ’50, con le contestazioni ’68ine che macchiarono qualche smoking, con gli intervalli pettegoli più interessanti dello spettacolo musicale.

Per me Sant’Ambrogio è la Basilica, perfetto monumento romanico, che abbraccia ampia e consola le creature che la frequentano. Negli anni felici abitavo la sua piazza, e ogni mattina uscendo di casa traversavo la chiesa, ne salutavo i santi dorati, e uscivo da via Lanzone per infilarmi nel liceo Manzoni.

A primavera le rondini le volavano sopra, sfrecciando nel cielo pastello. Un posto mistico nelle sue luci trasfiguranti – anche per me, agnostica. Un pezzo di casa, affettuoso e accogliente, come in questa splendida foto di Pepi Merisio, del 1975. Tra i ragazzi che ci giocano a calcio riconosco mio figlio più grande. Vorrei trasmettervi la mia emozione, sono la Nuvola.

 

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