Mon roi, l’amore non basta

«Se sono stronzo? Sono il re degli stronzi!».

Così si definisce Georgio, e Tony ride divertita. Anche il pubblico ride, perché subisce la stessa fascinazione di Tony. Georgio (un ruolo su misura per un bravo Vincent Cassel) infatti è divertente, fantasioso, sorprendente, molto innamorato di Tony (Emmanuelle Bercot) e lei è innamorata senza riserve di lui. Del resto le donne adorano chi le fa ridere mantenendo un ruolo forte, al comando della barra, si sa, quante volte lo abbiamo visto nella vita?

Tony ripensa a questa travolgente storia d’amore durante le cinque settimane di permanenza in un istituto di riabilitazione, in seguito a un brutto incidente sugli sci, dove le dolorose terapie sono intervallate dai flash back coi ricordi dei dieci anni di ben più dolorosa relazione.

Era iniziata come tutte le storie di passione, con uno slancio inarrestabile alimentato da una sintonia ai limiti della perfezione. Folli d’amore Tony e Georgio si sposano con convinzione, ogni giorno una festa coronata dal desiderio di un figlio.

Ma esiste la perfezione in amore? Georgio si rivela poco alla volta causando fratture sempre più profonde tra loro, facendo trasparire una natura contrastata, indomabile, fino a trasformarsi in macchina distruttrice.

Quello che Tony scopre non è la mancanza di amore, ma la qualità dell’amore da parte di un uomo abile affabulatore e al tempo stesso egocentrico, bugiardo e debosciato, narciso sofferente.

Tony scivola lentamente in un inferno e la caduta sugli sci forse non è un caso, ma una risposta involontaria del suo corpo. Chissà, certo la riabilitazione ha un obiettivo preciso: rimettere Tony in grado di camminare. La gamba ce la fa, e il resto? Lasciamo in sospeso la risposta per gli spettatori.

Brava la regista Maïwenn, bravi gli interpreti tutti (il fratello di Tony, ad esempio, è un personaggio delicato e divertente al tempo stesso, come i giovani pazienti del Centro di Riabilitazione), ma soprattutto ottima la sceneggiatura: lo studio e l’accuratezza dei dialoghi delineano con estrema precisione la personalità di Georgio, la sua capacità di ribaltare il senso di un discorso, la fenomenale abilità nel manipolare affascinando o colpendo con crudeltà nei punti deboli.

Parlare d’amore nel cinema e nella letteratura non è facile, il rischio sempre pronto dietro l’angolo è la banalità. Il salto di qualità avviene se si riesce a rivelare con intensità e senza scadere nel patetico gli infiniti modi di farsi del male pur amando. E questa è la storia di cui parliamo e nella quale, rabbrividendo, rivediamo tanti esempi della nostra cronaca quotidiana.

 

MON ROI – regia di Maïwenn, con Vincent Cassel e Emmanuelle Bencort. Francia 2015

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