Il romanzo che ti aspetti

Nel marasma editoriale, nei nomi spinti e nei libri vuoti, nella lingua povera e nella prevalenza orgiastica della trama, spicca il notevole Costellazione familiare. Per molti motivi. La protagonista, io narrante, è la stessa Rosa Matteucci, senza infingimenti né remore. La storia è incentrata sul legame con una madre bizzarra ─ feroce con la figlia e accondiscendente con se stessa, amante dei cani, di Rilke e del buon vino ─ su una famiglia disgregata che subisce un tracollo economico, su una figlia insicura di sé che cerca una chiave per comprendere il mistero materno e «fors’entra nel chiuso e lo forza con l’esile sua punta di grimaldello». Il pretesto è la partecipazione controvoglia a una casereccia rappresentazione delle famose Costellazioni Familiari, che servirebbero a rimettere in scena i legami più profondi. La esilarante descrizione che Rosa ne fa lascia tuttavia un seme che porta alla crescita della narrazione degli ultimi anni della madre. «Il cane si annoia» è la frase materna che ritorna come un leit motiv nella testa della protagonista e diventa l’emblema di un modo di affrontare le grandi questioni. Leporì è il cane amato con il quale Rosa avrà la stessa ambivalenza d’amore che con la madre. Ma veniamo ai motivi per cui questo romanzo è parecchio più elevato di molti altri. Nonostante il tema non sia troppo originale, mi viene in mente Una morte dolcissima di Simone de Beauvoir, il modo con cui Matteucci lo affronta è straordinario. Tutto passa da una lingua colta, densa di un italiano finalmente usato a piene mani nei suoi più fini vocaboli, attraverso un continuo uso alternato di metafore sofisticate e correnti, usate per desacralizzare i contesti più dolorosi e riempire di significato ciò che appare più minuto. Ed ecco che nell’atrocità della vita appare la presa in giro, gli esseri umani sono denudati nelle contraddizioni, gli animali restituiti alla loro natura.
Con questa scrittura Rosa Matteucci passa agevolmente attraverso la musicalità di toni diversi, discordanti come una dodecafonia e teneri come una sonata di Chopin. Ci si diverte molto leggendo, perché l’implacabile sarcasmo usato a piene mani serve a tirare fuori l’autentico, il vero, la complessità e il segreto dell’esistenza. E se il desiderio della figlia che racconta è di essere nata a Paperopoli con il cognome di Nonna Papera, senza padre né madre, come dichiara all’inizio del romanzo, alla fine ciò che accade è una profonda resa dei conti, sofferta, ironica e colma di vita.

 

Rosa Matteucci, Costellazione familiare © 2016 Ed. Adelphi – pp 167 € 13,60, eBook € 7,99 

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