Cucina e cuochi

Figlio Numero Uno ha difficoltà a deglutire a causa di una malattia genetica. Da qualche anno si alimenta tramite un sondino nella pancia. Da allora il televisore è sintonizzato perennemente sul canale monotematico della cucina.

Perché? si chiederanno i miei piccoli lettori. Ci piace vivere pericolosamente. Il nostro sport estremo è la papilla gustativa in stand-by. Dunque, dicevamo, il canale monotematico e i suoi (nostri) eroi: gli Chef o meglio, in questo caso, i cuochi.

Perché, non so voi, ma a me gli Chef stanno antipatici, si danno arie da rock star, firmano grembiuli e libri di ricette e hanno pure i fan. Se la tirano e hanno l’aria di disprezzare noi poveri cucinatori seriali. I cuochi, invece, ci rassomigliano di più, come noi fanno la spesa al mercato e non usano parole sconosciute come bisque o ganache.

A noi non interessano le stelle, ma gli uomini. Ciascun membro della famiglia ha i suoi preferiti. Io adoro Jamie, biondino belloccio inglese, amante dell’Italia, dove ha soggiornato per imparare dai migliori. A parte la sua avvenenza, mi piace perché fa sembrare tutto facile. Ti insegna a preparare un pranzo sciccosissimo in un quarto d’ora: primo, secondo, contorno e gelato, e sembra che danzi. Io non mi ci metto neppure, già so che pasticciona sono.

Alla nonna piace Giorgione, un grassissimo umbro devoto al maiale, le cui unità di misura sono: un nonnulla, una noce di burro (che stranamente corrisponde a mezzo panetto) e «come se piovesse», di solito riferito alla dose di vino da aggiungere agli intingoli.

Al papà piace il nippo-padovano Hiro, che prepara crudité di ogni genere e specie, ma a lui piace solo per il suo italiano giapponesizzato e dice cose tipo «zufilettiamo il pesce» o «aggiungiamo all’insalata i fiori e le foglie di bagiiirico».

A FNU, invece, piacciono tutte le fimmene cuciniere dell’emittente anche se sospetto preferisca Lorraine, ex modella italo-anglo-africana, elegante persino con le mani in pasta e gran bella donna.

L’unica che non sopportiamo e che critichiamo manco se fossimo ad Amici di Maria, è Naigella. Rampolla dell’alta società londinese, sposata bene e divorziata meglio, che cucina obbrobri misti british tipo il maiale alla cocacola o i mars fritti, ma l’ho vista anche friggere gli gnocchi di patate in busta, giuro!

Ma, vi chiederete, che fine ha fatto Figlio Numero Due? Del canale monotematico non gliene può fregar di meno, lui pensa solo a mangiare.

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