Ieri un tale mi ha detto: ma non ricadi anche tu nella logica della demonizzazione?
Forse… perché?
Per questa storia del fascismo incipiente… sei davvero convinto che si adatti ai cinquestelle, o non stai esagerando perché non ti piacciono?
Bella domanda. Ci sono molti (il governatore pugliese Emiliano, per esempio) che li vedono come “costola della sinistra”, e invitano a piantarla con l’equiparazione ai fascisti.
Allora.
Io non credo che i cinquestelle siano “fascisti”, nel senso che dovrebbe essere attribuito al termine. Su FB ho contatti che sostengono il movimento e sono democratici convinti; ne cito solo due, uno è Stefano, un ragazzo simpaticissimo e intelligente, un’altra è Emma, una bravissima e sensibile attrice e persona squisita; le ultime persone al mondo cui potrei dare del “fascista”.
Poi c’è il popolo grillino, che è molto attivo sul web. C’è un po’ di tutto. Molte persone per bene, intanto. Persone un tempo di sinistra, con una vena giustizialista. Persone un tempo berlusconiane, con una vena anti-sistema (sono molti di meno, ma ci sono). Molti troll, intolleranti e stalkerizzanti, con cui è impossibile discutere, ed che hanno atteggiamenti obiettivamente squadristici.
Molti in cerca di una rivalsa sociale, forcaioli & tricoteuses, che vogliono veder rotolare le teste dei corrotti, ma forse anche quella del vicino di casa che fa meno fatica ad arrivare a fine mese. O piuttosto pensano che chiunque abbia di più rubi qualcosa a loro; quindi non solo i politici, ma anche la gente normale. E alle spalle di costoro un disagio sociale e culturale reale, che vuole ribellarsi, e non crede più nelle organizzazioni politiche, e soprattutto nelle persone che ne fanno parte.
Tutto questo coagulo è effettivamente variegato, e non catalogabile. Non sono certo io il primo a dirlo.
Ora però il discorso si complica, ma è qui che viene il bello, e io cerco di semplificarlo.
Il problema è l’anima reazionaria, intollerante e autoritaria del movimento, e soprattutto la sua struttura , la sua guida, la storia della sua nascita, i metodi e gli strumenti con cui viene gestito. Non solo il guru Beppe dice di volerci educare ad essere “culturalmente onesti” (ergo: i politici sono corrotti, ma siete disonesti e complici anche voi, che non volete vedere la realtà, la MIA realtà, quindi adesso “so’ cazzi vostri”).
Parlo dei sistemi di selezione e di finta discussione che partono dal controllo del blog. La maggior parte dei simpatizzanti rifiuta decisamente l’idea di essere manovrata, si crede “libera”, perché ha aderito liberamente, e rifiuta di considerare questo aspetto. Ma in realtà è tutto progettato su una filosofia del controllo che fa leva, cinicamente, sulla loro buona fede e sul loro desiderio di onestà.
Non perché siano stupidi loro, perché è geniale la regia. Questo crea una visione della partecipazione che non è democratica. Io credo che il M5S abbia un problema di fondo, un serio problema, con le basi della democrazia rappresentativa, cui contrappongono una webdemocracy che per essere esercitata richiede, per candidati, deputati, amministratori, una disciplina ferrea: si agisce in nome di tutti, in teoria, ma tre o quattro persone si riservano di dire cosa rispecchia la volontà della base, e se non fai come dicono loro ti cacciano.
Un’azienda che detta le strategie: la cosa peggiore che possa esistere. Lo “squadrismo” non sta nella violenza verbale, lo squadrismo sta nell’alimentare una “marcia su Roma” e sulle istituzioni vista come salvifica, rigeneratrice. In nome del cambiamento e del rinnovamento generazionale: “giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza”.
Non vedremo mai, ovviamente, Di Maio col fez e con la boccia dell’olio di ricino. Non picchieranno nessuno. Però non serve essere degli storici per capire che queste cose si sono già viste, anche in Italia , e che non hanno portato a nulla di buono. E che comunque questa miscela è un classico dei populismi: di destra, e anche di sinistra, purtroppo. Qui è un populismo 2.0 .
Ecco, il nostro problema è che questi discorsi richiedono un minimo di elaborazione culturale, non puoi portarli nelle periferie degradate, perché ti ridono dietro; non puoi declinarli quando scoppia uno scandalo come Mafia Capitale. Non puoi contrastarli avendo ragione.
Devi dimenticarti di “avere ragione”. Devi agire. devi risolvere i problemi della gente, soprattutto di quella che sta perdendo la speranza, e di cui ci siamo dimenticati. Devi ascoltare (vero, Matteo?), farti il culo con umiltà e lasciare i libri a casa (specie se li hai letti).
Altrimenti continueranno a rivolgersi a chi promette di migliorargli l’esistenza, e forse davvero vorrebbe farlo.