Una mattina di piena estate, la signora Zuckerberg sentì suonare il campanello della porta. Scese ad aprire, con addosso la sua elegante veste da camera color carta da zucchero, e vide che sul vialetto del giardino c’erano circa novecento milioni di persone, tutte di profilo, che chiedevano di parlare con suo marito Mark.
“Mio marito non c’è”, disse la donna a quella strana folla. “E in ogni caso non compriamo nulla.”
Ma quella gente non era lì per vendere. Era lì per riavere indietro ciò che era stato loro sottratto impunemente: la foto di un bambino con un cane, la frase descrittiva di uno stato, il filmato di una donna che balla col marito.
La sera, quando Zuckerberg fu di ritorno a casa, la moglie gli raccontò ciò che era accaduto quel mattino. Lui la ascoltò, senza mai commentare. “La cosa strana”, disse lei per concludere il discorso, “era che tutti quanti stavano di profilo. Poi si sono girati, per andare via e… l’altra metà del loro corpo non esisteva più.”