La voce delle antilopi

Idris è appeso alla poppa della barca. Perso nell’acqua che gli arriva al petto. Attorno è buio, nessuno pensa a lui. Respira piano per non affaticarsi e sente le voci di quelli sulla barca. Parlano lingue che non riesce a decifrare, lingue lontane, lingue misteriose. Le lingue delle antilopi, quelle delle giraffe. Le lingue che parlava con suo nonno quando andavano a cacciare le gazzelle. Lingue che ormai non si ricorda più. Lingue perdute nel freddo dell’acqua. Non sapeva che l’acqua fosse così fredda. Non sapeva che il viaggio fosse così lungo. Da quando il freddo fa venire sonno? O forse non è il freddo, è la stanchezza? Come quando rimaneva fra le acacie, con il nonno, in piedi tutto il giorno a guardare gli elefanti che passavano. Quanto è grande un orecchio d’elefante? Grande abbastanza per stendermici sotto? Allora mi distendo e dormo un po’. Mi stendo qui. L’orecchio mi ricopre. La voce delle antilopi non la sento più.

 

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