I mobili parlano

Sono lì, al loro posto. Ancora nessuno se li è portati via. Senza polvere se ne stanno immersi in una quiete insolita, nel quasi silenzio.
Parlano senza parole con la sola forza del tempo, e le loro frasi si possono ascoltare nell’aria, come bicchieri di cristallo che se li sfiori nel punto giusto senti che suonano.
Anche i mobili sono essenza animata, hanno una voce precisa a tratti densa, i volti e i suoni inspessiti, e a tratti diradata, le voci della sera sono soltanto chiacchiericcio interiore.
Cassettone è un signore biondo, imponente, con un gran carattere, ha l’aria triste di chi rimpiange il tempo andato. Canterano è una donna forte, volitiva, con una ombrosa frangia nera. Non teme il futuro, guarda tutti con aria di superiorità.
Fratino ha paura. E’ un vecchio ossuto con le rughe del tempo e del sole, se ne sta silenzioso e ripensa agli anni in cui una bambina alta e magrissima gli scarabocchiava la schiena. Abbozza un sorriso.
I gemelli Inginocchiatoio frignano di continuo, hanno il terrore agghiacciante di essere buttati nel nulla, di finire separati, il loro destino diviso per sempre.
Le Sedie antichette tengono gli occhi annodati gli uni agli altri in un sodalizio affettivo; qualcuna ridacchia certa di non aver nulla da temere, anzi rassicura le altre, qualcuna ha già nostalgia di quella complicità familiare.
Si è fatta notte, i singhiozzi si placano e le risa si attenuano, cala il silenzio totale, assoluto. Mi vedo, di spalle, uscire. Non rientrerò mai più in quella casa.

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