E’ solo un cane (dicono)

Magari non tutti conoscono Marina Morpurgo – giornalista, scrittrice, traduttrice – ma è impossibile per chi frequenta Facebook non essersi mai imbattuti nelle epiche avventure del suo cane Blasco. Un cagnone dal “culotto bianco e nero”, dotato di incredibile charme e di humor sopraffino. Eh sì, perché per mesi e per anni Blasco ci ha deliziato con le sue cronache in diretta da casa, dai prati, dai monti, dalle cliniche veterinarie che gli è toccato frequentare. E’ stato proprio lui a raccontarci delle peripezie della pupa o infermiera che si prende cura di lui. Una tipa stramba e ansiosa, la definisce, che per giunta crede di essere la sua padrona. E che ha deciso di riversare in un libriccino le centinaia di post scritti su e (da) Blasco.
E’ solo un cane (dicono)” incrocia la storia di Blasco con quella della famiglia materna dell’autrice. Coincidenza vuole che il cane, avvistato casualmente in un canile di Pavia, abbia avuto i natali a Gambassi, il paesino toscano in cui i nonni, le zie, gli zii, le prozie e la mamma di Marina trovarono rifugio durante l’occupazione nazifascista. Molti di loro riuscirono a scappare in America prima che le leggi razziali prendessero piede anche in Italia, alcuni amici invece – bellissimo il ricordo di Niccolò Cattaneo studioso e partigiano azionista che venne torturato e ucciso nel campo di Mauthausen – non ce la fecero. La nonna Irma, detta “la Rossa”, e il mite nonno Guido riuscirono miracolosamente a nascondersi, insieme alle due figliolette, nella cittadina in provincia di Firenze. Anche grazie all’aiuto di brave persone, di preti eroici e persino di un soldato tedesco che alla vigilia della Liberazione, spianato il fucile contro di loro, decise poi di abbassarlo e di lasciarli andare.
Nelle pagine del libro, corredate da belle foto d’antàn, Marina Morpurgo alterna le tribolate vicende di famiglia alla storia altrettanto tormentata della malattia di Blasco. Un brutto tumore che sembrava sconfitto e poi no, e poi ancora sì, e poi di nuovo no. In un turbinio di visite mediche, di interventi, di chemioterapie, di sconforto e di speranza. Un tran tran faticoso in cui l’autrice viene aiutata da amiche e amici, da brave persone, prima fra tutte, il “Grande Oncologo Angelico“, il dottore che ha seguito Blasco nel corso della sua malattia.
A qualcuno potrebbe sembrare quasi sacrilego – così nella quarta di copertina – accostare la salvezza dei parenti ebrei dalla persecuzione nazista a quella di un animale colpito dal cancro, ma non è così per Marina né per i tanti che hanno seguito con affetto e commozione le avventure dei suoi cari e del suo cane.
P.S. Nell’ultimo paragrafo Marina scrive che mentre il libro era in redazione sono morti entrambi i suoi anziani genitori. E, a pochi giorni dall’uscita del libro anche il protagonista, il mitico Blasco, non ce l’ha fatta.
E’ solo un cane (dicono) di Marina Morpurgo – Ed. astoria/assaggi – 99 p.,12 euro – disponibile in ebook

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