Troppo faticoso e presuntuoso, caro Foer

Sarà anche il libro dell’anno, ma “Eccomi” di Jonathan Safran Foer è insopportabilmente presuntuoso.
Troppo intelligente per me. Troppo faticose quelle pagine dove ogni rigo è una battuta o una citazione per cervelli fini. Troppo fuori dalla mia portata quella famiglia dove si discute con ragazzini di tredici e dieci anni come a un seminario di filosofia sociale.
Così, dopo aver faticosamente assorbito più della metà delle oltre 600 pagine, dopo aver letto lunghe e forbite conversazioni su chi dovesse portare fuori il cane Argo a fare la cacca, sui Cheerios al miele o alle nocciole, sull’uso del filo interdentale, ho deciso di mollarlo e riprendermi la mia libertà.
Non saprò mai se Jacob e Julia finalmente sono riusciti a separarsi, se Julia si sarà messa con Mark. Non saprò mai se Sam avrà poi fatto il suo Bar Mitzvah, come l’avrà festeggiato, e soprattutto resterà un mistero la parola proibita che comincia con la n da lui scritta in sinagoga e che aveva messo in dubbio il suo passaggio da bambino a uomo.
Chissà se dopo il grande terremoto la distruzione di Israele sarà portata a termine dal resto del mondo, resterò per sempre ignara di questi eventi epocali.
Vero: nella prima metà del libro, che ho letto coscienziosamente (senza saltare le pagine), ho imparato molto sullo spirito del mondo ebraico progressista. Ma evidentemente non mi è bastato per andare avanti fino alla fine. Forse non sono riuscita a immedesimarmi, e nei libri ti devi riconoscere per amarli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto