Chi non ha immaginato una conversazione col Padreterno? Credo che tutti, credenti e non, abbiano avuto più di una volta nella vita la voglia di dirgli qualcosa, fossero rimproveri o maledizioni, domande o recriminazioni.
Nel bellissimo pezzo teatrale “Oh Dio mio” di Anat Gov invece la situazione è paradossalmente rovesciata: è proprio il Creatore a presentarsi a una psicologa per chiederle di fare una seduta urgente.
Ha molti affanni sul cuore questo sconosciuto, una oppressione che non sa risolvere, quasi stanco, si sente incompreso e frustrato proprio dalla sua creatura più prestigiosa, l’essere umano. Insiste per essere ricevuto fuori orario.
La psicologa ha un figlio autistico cui badare, oltre al suo lavoro impegnativo e non ha voglia di burle. Pur nel rispetto dei problemi dei suoi pazienti questo signore le sembra che esageri.
Il signor D. dichiara di avere migliaia di anni e di essere orfano, non ci sono madri o padri quindi, cui rifarsi per capire questo forte disagio. Che stranezza. Ella (il nome della donna significa quercia) cede e la conversazione prende il via.
Non è possibile raccontare di più di questo breve testo spassoso, arguto, estremamente intelligente.
Si ride mentre si legge e naturalmente si riflette; ci si pone domande, noi umani più o meno coinvolti dalla fede, ma sicuramente protagonisti della nostra epoca storica così controversa. E scopriamo cosa significhi il delirio di onnipotenza rovesciando il punto di vista nel momento in cui questo passa da Dio all’uomo.
Lo scambio di vedute tra i due protagonisti è un vero piccolo capolavoro di botta e risposta serrato e incalzante, di sfide e di provocazioni continue e di rimbalzi ben dominati dalla professionista, che frena gli impeti e gli sgambetti del paziente, altrettanto abile nel proporre i suoi argomenti.
Umorismo yiddish e nello stesso tempo analisi teologica, dove lo scambio di vedute tra l’uomo e Dio avviene alla pari, su binari umani, con un tocco finale, un colpo da maestro forse per ristabilire i ruoli o, chissà, forse solo per riconoscenza. Ogni lettore darà la sua risposta.
Anat Gov, autrice israeliana di testi brillanti è scomparsa pochi anni fa.
“Oh Dio mio” uscito in Israele nel 2008, è stato rappresentato a teatro in Italia prima ancora che la casa editrice Giuntina lo mettesse in catalogo, nel 2016. Ottima la traduzione che mantiene ritmo, tensione e ironia delle poche pagine perfette. Una lettura da non perdere e da regalare.
Anat Gov – Oh Dio mio – edizioni Giuntina 2016. Traduzione di Enrico Luttmann e Pino Tierno.