Tra una stecca e l’altra della persiana accostata, la luce scema di una lampadina, l’ombra di una donna e la sua sigaretta.
La mano ogni tanto sparisce con un gesto lento e una folata di fumo si disperde nell’aria.
Dormono tutti.
Cosa sarà domani, era questa la vita che volevo, e da bambina cos’era l’Italia, un nome sulla cartina appesa in classe nel freddo che ghiacciava le finestre, e l’amo ancora o non l’ho amato mai l’uomo che mi ha fatto madre, o nulla di tutto questo, chiede alla notte: forse solo il silenzio che ha il colore del bianco di chi è in attesa e indugia per non sporcarsi.
La carta si consuma, si annerisce sul bordo, la fine si annuncia con una vena fievole di fuoco che pulsa tra le dita.
L’anta si chiude.