Lungo la strada di fronte casa passano due ragazzi, lui indossa una camicia bianca in contrasto con i capelli nerissimi e corti, lei un vestito a fiori.
Si tengono per mano con la disinvolta e stanca naturalezza di un gesto compiuto già tante volte. Scendono con la medesima andatura.
Poi lui salta sul muretto e continua a camminare tenendosi in bilico, lei gli allunga il braccio, per nulla sorpresa, e continuano così come una madre che assecondi il capriccio di un figlio. Il muretto s’interrompe e li ritrovo abbracciati a proseguire il cammino senza che la musica dei passi o la geometria dei corpi abbia subito uno scarto, una sconnessione, la sbavatura di un’imprecisione.
Ho un po’ bevuto e mi commuovo, li vedo allontanarsi e mi chiedo cosa sarà di loro, che possono permettersi perfino d’ignorare il cielo del tramonto sanguinante sulle nostre teste.