Cento per cento umani a Monaco di Baviera

16 luglio 2017. Ricorre il Christopher Street Day (CDS) a Monaco di Baviera, l’equivalente d’oltralpe del Gay Pride. Il CDS si tiene in memoria della prima grande rivolta delle persone LGBTI contro gli assalti della polizia, avvenuta a Stonewall, un bar di Manhattan in Christopher Street.
Il Pride, a Monaco, non è una lunga marcia di protesta, non si sente nell’aria la rabbia e l’esasperazione, la tensione e la provocazione, che si vivono lungo le sfilate di Roma o Milano. Qui, soprattutto questo anno, ha un sapore diverso, è un’occasione di celebrazione. Una “Wahlkampf für Vielfalt”, una campagna per la diversità.
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Nel 2017, l’86% della popolazione tedesca è a favore dei matrimoni gay, e con una legge passata il 30 giugno -che sarà effettiva entro 3 mesi- le persone LGBTI saranno finalmente “100% umane”, come sventolano le bandiere del municipio a Marienplatz.
Tuttavia, il 100% dei diritti non implica automaticamente la possibilità di una vita serena, soprattutto se si è nel cuore industriale e conservatore della Baviera. Eppure, mai come questo anno il Pride è stato mainstream, inserito nel contesto sociale ed istituzionale della Germania.

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l sindaco di Monaco apre il corteo, insieme ai balli tradizionali, e trova l’occasione di scattare una foto insieme a due ragazze che reggono il cartello “Il lunedì è odioso… ma anche l’omofobia!”. Seguono manifestanti disabili e rifugiati, che aprono il passo a tutti i colori di genere ed orientamento.
La discriminazione non è solo sulla carta, ma può strisciare attraverso l’esclusione da istituzioni e luoghi di lavoro. I carri di Google e Microsoft, le macchine elettriche a strisce arcobaleno della BMW, assumono il significato della sicurezza e dell’inclusione.

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