Il buio su Parigi

Charlie Ebdo, 7 gennaio. Nella prima riunione di redazione del 2015 l’atmosfera è gioiosa, si va discutendo con passione intorno al “laicismo senza aggettivi”, che è poi il cuore del giornale. Coco è uscita per andare a prendere sua figlia all’asilo. Sul marciapiede due uomini a volto coperto le puntano i kalashnikov alla schiena e la costringono a rientrare, risalire le scale e digitare il codice d’accesso alla sede della rivista. Al grido di “Allah Akbar” i due incominciano a sparare. Il primo a essere colpito è Simon, il webmaster seduto alla scrivania nell’ingresso.
La notte di guerra cominciò in quei giorni.
Giovanna Pancheri, nel suo libro Il buio su Parigi, ci fa partecipare agli eventi di allora da bravissima giornalista qual è – e, insieme, aprendosi ai lettori: essere umano presente, appassionato e sensibile.

La scrittura di Giovanna è netta, precisa e scorre con un ritmo implacabile. Senza sbavature, né la minima retorica, ma sempre mettendosi in gioco. Entriamo assieme a lei in contatto con chi c’era ed è sopravvissuto, e ha avuto la generosità e il coraggio di condividere con l’autrice e con noi i propri terribili, insopportabili ricordi.
Parla il ferito “…ed è in quel momento che ho visto la mia mano esplodere”. E allora Giovanna si svela, in un umanissimo a parte: “Quando arriva a questo punto del racconto, mi soffermo a guardare le mie mani che corrono veloci sulla tastiera del computer ed è come se all’improvviso un macigno ci si fosse posato sopra…”
Si aprono con lei coloro che hanno creduto di morire, che hanno visto uscire a fiotti il proprio sangue, che hanno sentito arrivare i soccorsi, e spegnersi i propri vicini. Ed è come fossimo lì accanto anche noi.
Giovanna ci racconta dei giorni che ha vissuto, il dolore che ha condiviso, l’ansia di arrivare a compiere bene il suo lavoro, lo sgomento di vedere la città immobile, vuota, spettrale. Sappiamo della visita, con i colleghi, alla Morgue, dove “la processione di parenti affranti… scava nelle viscere anche dei più spudorati fra noi. Nessun giornalista si avvicina loro…” e siamo tristi con lei quando, davanti all’Ambasciata d’Italia, il console Cavallari conferma la notizia della morte di Valeria Soresin.
Grazie Giovanna, per la tua professionalità e per la tua umanità, e anche per il tuo talento di scrittrice, che ci ha fatto arrivare perfettamente tutto ciò che hai voluto trasmetterci. Tutti dovrebbero leggere il tuo libro; soprattutto le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie. Li aiuterebbe a crescere, a comprendere il significato del dolore e dell’orrore, del coraggio e della responsabilità; e a capire – dal vivo – il sentimento della solidarietà insieme con l’etica del lavoro.

Giovanna Pancheri – Il buio su Parigi – Rubettino. 150 pp 15 €

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