Salite e discese, cime innevate, alpeggi, ghiacciai, camminate sfiancanti e stremanti arrampicate. La montagna, in tutta la sua asprezza e bellezza, spiegata in modo minuzioso, spesso ripetitivo. Sembra quasi risolversi in una descrizione senza fine o fine a se stessa, in un tableau vivant suggestivo ma senz’anima, l’ultimo libro di Paolo Cognetti.
Invece, addentrandosi nelle pagine del romanzo, proprio come succede a chi si mette in cammino per sentieri impervi e sconosciuti e a una svolta gli appare la vetta, così il lettore, a un certo punto, trova il percorso e l’essenza del racconto. Una storia di formazione, un Bildungsroman, che prende il via nei primi anni ’70 per concludersi ai giorni nostri.
Ci sono il padre e la madre, il loro comune amore per la montagna, anche se diverso. Lui preferisce quella rarefatta, ad alta quota, lei quella dei boschi e dei ruscelli non oltre i duemila. E c’è la Milano grigia e piatta in cui entrambi lavorano.
Poi arriva Pietro, loro unico figlio, che diventerà adolescente, diviso tra la vita di città e quella in Val d’Ayas, d’estate. E’ lì che il padre cercherà di trasmettergli la passione per l’altura e la conquista della cima più alta. Ed è lì che Pietro conoscerà Bruno, suo coetaneo, un ragazzino brusco e taciturno, figlio di contadini.
L’amicizia tra i due, a dispetto delle differenti condizioni sociali, durerà oltre 30 anni.
Con una scrittura piana ma accurata, Cognetti intaglia, come un artista nel legno, i caratteri dei due ragazzi, la loro crescita, le loro scelte. La montagna, unico luogo in cui Pietro e Bruno si incontrano, è al tempo stesso madre e matrigna, fonte di gioia e di dolore. Indifferente, nella sua maestosità, ai loro affanni. Bruno, dipinto inizialmente come il “Buon selvaggio”, impermeabile alle lusinghe dell’oggi, al progresso e alla modernità, sarà però la chiave di tutta la storia.
Una storia di legami forti, che non si logorano nonostante l’usura del tempo, l’urgenza del fare, la curiosità di scoprire altri luoghi. O, più semplicemente, la ricerca di un senso nella vita.
Paolo Cognetti: Le otto montagne – Einaudi editore – pagine 208 – Vincitore del Premio Strega 2017