Femminilità nazionalpopolare

Anni di militanza e letture, risultato: una disfatta. Colta, ma sola. Agli uomini la donna impegnata fa paura. E se provassimo con il genere allocca svampita? Serve un piano, dai pensa, sforzati, cosa potresti fare? Diventerò una tipica donna nazionalpopolare.
La faccio troppo facile, sono neofita, c’è da studiare, il popolare mi travolge, non mi scoraggio, stringo i denti e comincio. Inizio con i libri, ripongo in basso nella mia libreria tutti i libri impegnati, tranquilli cari è provvisorio, non vi lascio nella polvere. Ora ho ampio spazio per la letteratura rosa, di classe ovvio.
Per prime le capostipite, senza buone basi non si va da nessuna parte. Liala, autoctona italiana, Barbara Cartland inglese che, studiando, ho scoperto essere nonnastra di Lady Diana e immancabile Rosamunde Pilcher, inglese anch’essa. Cuore e batticuore, lui lascia lei, lei lascia lui, lei è povera lui è ricco,i genitori si oppongono, a detta della famiglia del bramato uomo, le sciacquette squattrinate non vanno bene, sono tutte cacciatrici di doti.
No! Anche qui la differenza di classi sociali, i soldi la fanno da padroni; non ci devo pensare, resetto il cervello e vado avanti. La chiosa è senza eccezione la stessa, l’amore trionfa. Una nuvola rosa mi avviluppa e sento i primi neuroni che si stanno trasformando in caramelle.
È tempo di televisione, basta con documentari seri, stile doc3 su Rai tre (splendidi), basta dibattiti politici, basta film colti. Solo programmi di cucina, sceneggiati light, filmetti hollywoodiani anche di serie B e tanta tv generalista.
I programmi migliori sono americani, iniziando da “Abito da sposa cercasi”, terrificante programma dove la fidanzata si trova sbattuta in un enorme negozio, stracolmo di abiti da sposa, con tutta la famiglia e le amiche che fanno pelo e contropelo su ogni abito che prova, no a sirena, no il raso, troppo scollato, troppe balze, alla fine quando la poverina non ne può più esce con indosso l’abito dei sogni dei parenti. Un ohhhh generale, lacrime da tutte le parti.
Il mio preferito rimane “Pazzi per la spesa” – ammazza se sono forti ‘sti americani con le stronzate – dove una casalinga invasata vive per la spesa fatta con i buoni, che raccoglie anche dai bidoni della spazzatura; ha la cantina piena che sfamerebbe l’Africa, ma lei imperterrita continua ad accumulare. Un lavorone, s’informa delle promozioni, fa la lista in base ai buoni che ha, arriva al supermercato con tre carrelli e al seguito il marito dallo sguardo vitreo e rassegnato. Il momento topico è alla cassa, c’è sempre un intoppo, l’intoppo viene sempre superato e vai 800 dollari di spesa gratis, urla della casalinga e culo del marito a caricare la macchina. Completo la mia esperienza con la visione privata e solitaria di “5 sfumature di grigio”.
Dopo la vomitata sono pronta, mi sento tutta nazionalpopolare, manca solo il marito perfetto che troverò tramite “Matrimoni al buio”, e festeggerò dal “Boss delle Cerimonie”, programma che sto guardando ora. Pubblicità, zapping… merda sono fottuta! ho beccato un documentario su Rai Cinque sulle poetesse inglesi. Dai cambia, che aspetti, cambia. Pensa a tutta la fatica che hai fatto, rimarrai zitella, ti rendi conto? Cambiaaaaaaaaaaaa!
Sì me ne rendo conto, ma chissenefrega, fatemi seguire il documentario, fatemi gustare la melodia delle parole, la profondità delle parole.

“Come ti amo? –
Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l’anima mia
può raggiungere, quando al di là del corporeo
tocco i confini dell’Essere
e della Grazia Ideale.
……
Ti amo liberamente, come gli uomini
che lottano per la Giustizia;
…..
Ti amo con la passione
delle trascorse sofferenze
……
Ti amo con l’amore
che credevo aver smarrito
coi miei santi perduti,
….
e,
se Dio vuole, ancor meglio
t’amerò dopo la morte”.

Cara Elizabeth Barrett Browning, sarò zitella sì, ma con gusto!

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