Se il domani è una sequenza di fogli strappati, o scritti da altri, il tempo e la sua percezione deviano di molto da quelli dell’orologio.Una guerra, con le sue regole rovesciate. E un’altra vita può espandersi in una sola ora o in un languore di attesa, fosse pure una fatamorgana. Anche di una pagina, una pagina basta, tracciata da gesti, consueti in pace, ma prodigiosi come riti, e parole abituali. Più urgenti del desiderio, che dobbiamo inventare. Voglio di nuovo guardarti radere allo specchio – la nostra promessa di intimità – voglio truccare di meraviglia il candore con cui talvolta ti racconti – quanto perduta ma più smaliziata sono -voglio infine camminarti a fianco con il passo leggero che ti riservo, come il raro fiorire dei sorrisi.
Ripeti ancora il mio nome, disteso nella tua voce, e riuscirò a non detestarlo. Siediti accanto mentre tengo le mani strette di freddo e graffiate di mal d’anima. Volgiti verso di me chiedendo di non fuggire e di non fuggirti, prefigurando la grazia di essere uniti, quanto non conta. Anche in silenzio, persino mentendoci.
Se pure non impietosiremo la sorte, se mi trascinerà lontana, riuscirò ad arrendermi al pianto, abbracciata alla tua assenza prima che alle sette spade. E sarà vita.