Dovrei alzarmi, stamattina,
e pulire la cucina
(resto a letto ancora un poco,
già conosco la manfrina:
“Or mi alzo, lo prometto”
ma rimango ancora a letto
e lo so che questo gioco
di ripetere non smetto).
Dovrei alzarmi… sì, un momento!
Il risveglio è troppo lento,
mi rigiro, chiudo gli occhi,
troppa luce: mi spavento!
Muovo il capo, pian pianino,
scosto appena il mio cuscino,
l’orologio e i suoi rintocchi
mi ripetono: “È mattino!”.
E va bene, ci si alzi
e si affronti la giornata.
Striscio i piedi, ancora scalzi:
vado a darmi una lavata.