C’era una volta la delazione, mio nonno me lo raccontava parlando del fascismo.
Qualcuno, per aderenza alla dittatura, per ingraziarsi i capetti vestiti di nero, per trovare un senso a se stesso che non aveva, obbediva all’ordine di segnalare chi non si uniformava al pensiero unico del fascio, faceva resistenza politica o semplicemente manifestava le proprie idee. Insomma la pensava diversamente.
E così partivano le spedizioni punitive organizzate con olio di ricino come sistema base di ripulitura dei dissenzienti, accompagnato dalla pubblica gogna.
Orbene, trovo delle analogie con il presente. Nell’immenso calderone dei social, Facebook in primis che permette lunghe e deliranti asserzioni prive di fondamento insieme alla lodevole libertà di dire, c’è qualcuno, quel qualcuno di stampo forcaiolo, che usa mezzi simili a quelli descritti da mio nonno.
La delazione passa per un algoritmo concepito da un gruppetto di capetti e elargito alla bassa manovalanza che serve a scovare sui social chi osa esprimere parere negativo verso la loro idea politica o la sua attuazione.
Una volta che il nome è segnalato da parole captate dall’algoritmo del web e riferite ai capi di qualcosa che si chiamerebbe movimento e invece è setta indottrinata, il malcapitato che ha osato criticare certe idee viene raggiunto da una squadraccia di gente sconosciuta che commina la pena: l’olio di ricino virtuale.
Non ci si può difendere, si è accerchiati da male parole, commenti offensivi della dignità del perseguitato che si vede invadere da un’ossessiva pesantissima sequela di accuse inventate che feriscono. Fanno male quanto l’olio di ricino. E ledono la libertà di parola, credo e opinione politica, quelli sanciti dalla costituzione italiana.
Ci si chiede perché di tanto odio e violenza, quale rabbia repressa anima i loschi figuri che partono per la punizione lancia in resta. Pensano così di contrastare idee diverse per imporre forzatamente la propria?
Gli oli di ricino lasciamoli alle dittature, le spedizioni violente anche. Siamo in democrazia e vorremmo rimanerci.