Intelligente? Geniale, deve essere la cucina della fine del mese. Quando ti ritrovi con niente in casa se non quattro cipolle e sei patate, e nel tempo hai già raschiato il fondo del barile con tutte le varianti di zuppa possibili (soupe aux oignons, crema di patate, minestra di patate e cipolle e via incrociando) e i figli guardano con orrore i cucchiai sulla tovaglia. E allora si ricorre ai quaderni delle nonne, le quali in quanto a “make do” ci sapevano fare. E si trovano perle come il ragù di cipolle con polenta di patate.
Si soffriggono a fuoco lento in un po’ d’olio le cipolle tritate , quando imbiondiscono si aggiunge un po’ di zucchero, diciamo mezzo cucchiaio ogni due cipolle medie, e si caramella fino a far scurire; poi uno o due cucchiai di concentrato di pomodoro, abbondante succo di limone, una foglia di alloro, sale e pepe e si allunga con acqua bollente. Si copre e si fa sobbollire per un’ora.
Nel frattempo si lessano le patate (le dosi sono per un chilo e mezzo) pelate e tagliate a pezzetti, si toglie metà dell’acqua, si aggiungono sale e duecento grammi di farina, si mescola a fuoco lento per un quarto d’ora almeno, finché l’impasto è liscio e morbido. A questo punto si impiatta a cucchiaiate e si copre col ragù di cui sopra, al quale si è aggiunto, fuori fuoco, un pezzo di burro per rifinire.
Che poi, ovviamente, entrambe le cose possono essere usate in varianti infinite: il ragù con la pasta, la polenta col burro fuso e il parmigiano, ad esempio. E non solo per disperazione: vi faranno fare un figurone con ospiti improvvisi o amanti della cucina d’epoca. Voi raccogliete le lodi e conservate il segreto: pochi meritano di sapere che la povertà è ricca di inventiva.