Rimedi della nonna

A seguire certi ‘consigli della nonna’ finisci scema.
Dici di avere un po’ di influenza e ti ritrovi seppellita da una vagonata di rimediume tale da poter scrivere Cent’anni d’infermitudine. La nonna di chi poi? A casa mia era:
«Nonna ho la febbre»
«Bella a nonna, mangia».
Tra i succitati rimedi uno apprezzatissimo è senz’altro la cipolla nel piatto. Giuro.
Prendi la cipolla, la tagli a metà e la schiaffi in un piatto, poi sparpagli ‘sto pot-pourri SummerInTropea per casa, meglio se sui davanzali. Così, dice nonna, assorbe lei il virus e non lo prendi tu.
Nientedimeno?
D’altronde è risaputo che quando i virus vedono una cipolla…zac! Manco lo spermatozoo più veloce del west.
Dunque, dicevo, metti ‘sta cipolla sulla finestra.
«Ma sai che una bella pianta di basilico ci vorrebbe proprio? È antizanzare, e quelle portano le malattie».
«Sì, nonna, ma siamo in inverno».
«Eh, vabbuò, ma al giorno d’oggi…». Non avevo tenuto conto delle zanzare millennials.
«E l’aglio? Aaah, quello è antibatterico, lo sapevi? Però crudo, almeno uno spicchio»
In pratica lo mandi giù tipo moment act e quello ammazza più batteri di una cisterna di klacid. Io ero rimasta alla repellenza contro i vampiri, ma si sa che dopo Twilight…
E poi c’è lo zenzero, e gli oli essenziali, e l’aloe vera, e il tè con dentro gli oli con dentro lo zenzero con dentro l’aloe vera, e timo, cannella, sandalo, pera mela banana caffè…
Dopo tre giorni il davanzale sembra il bancone del kebabbaro, cominciano a citofonare i clienti.
Ma l’influenza no, non sparisce, quella è lì che ha acceso un mutuo nelle tue viscere mentre tu, perso ormai l’ultimo spizzico di senno: «Nonna, ma com’è che ‘sta febbre non scende?»

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