The Party, due recensioni

Un ritmo dinamico e incalzante
di Giuliana Maldini

Ogni volta che si parla di film è sorprendente constatare quanto siamo tutti diversi: per esempio “The party” a me è piaciuto moltissimo e invece scopro che per altri non è stato così. Mi è piaciuto proprio perché esagerato, feroce, con un ritmo dinamico e incalzante. Mi è piaciuto perché si svolge tutto in una stanza (amo le storie con impianti teatrali dove prevale un dialogo serrato). Proprio per la vicenda claustrofobica è stato paragonato al bellissimo “Carnage” di Polanski (certamente un capolavoro) ma là erano due giovani coppie che si scannavano e qui invece i personaggi sono sette, radical chic con un sarcasmo tipicamente inglese. Mi è piaciuto per le battute al vetriolo che mi hanno fatto ridere, per la bravura degli attori, per la scelta del bianco e nero che rende le immagini più raffinate, mi è piaciuto anche perché la regista è donna e io mi sento sempre un po’ più partigiana. Di lei ricordo in particolare un film autobiografico che ho visto e rivisto più volte “Lezioni di tango” dove è contemporaneamente regista, protagonista e ballerina. Tra l’altro una delle attrici (Patricia Clarkson) che forse è il suo alter-ego, le assomiglia pure tantissimo.“The party” mi è piaciuto per le musiche bellissime e non casuali (Sally Potter è anche compositrice di colonne sonore) e per finire mi è piaciuto il tango “Emancipation” che accompagna il colpo di scena finale, violento e inaspettato quando sembra che sia già stato raccontato tutto.

Personaggi sull’orlo di una crisi di nervi
di Costanza Firrao

Kristin Scott Thomas
Kristin Scott Thomas
Impianto, scenario e tempistica teatrali (poco più di un’ora), The Party – il partito e la festa nella doppia accezione anglosassone – è un film intriso di humour e cinismo tipicamente britannici. Tra Pinter e Polansky, Sally Potter – la regista di Orlando e Lezioni di tango – imbastisce una trama su un’occasione molto comune: una coppia, Janet e Bill, invita a cena un gruppo d’amici per celebrare la nomina di Janet a ministro-ombra della salute nel Labour. Iniziata con le migliori intenzioni, la festa si trasforma in un tritacarne di sentimenti e risentimenti. Un cast stellare: Kristine Scott Thomas nel ruolo della padrona di casa, Timothy Spall in quella dello strano consorte, poi c’è Patricia Clarkson che impersona la migliore amica di Janet e Bruno Ganz, il di lei marito; quindi la coppia lesbica (le ottime Cherry Jones e Emily Mortimer); infine il bellissimo Cillian Murphy di Dunkirk. Gli interpreti, con le loro manie, segreti e bugie, sono tutti bravissimi; i dialoghi affilati come lame di coltello; l’analisi socio-politica della società inglese perfetta ma, c’è un ma, la regista, nell’ansia di incastrare i suoi personaggi in meccanismi sempre più complicati e di épater le bourgeois con risvolti eclatanti, finisce col banalizzare l’opera nel suo insieme. Il registro del film, da raffinato e spesso divertente, si fa grottesco, e gli stessi personaggi sembrano, soprattutto nel finale, in evidente difficoltà a essere credibili nella loro parte.
The Party di Sally Potter – Gran Bretagna 2017

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