da Il Sole/24 Ore: “I tentativi del regime di Damasco e di Mosca di minimizzare il bilancio delle vittime stridono con le immagini dei genitori che scavano disperati tra le macerie alle ricerca dei propri figli. Le bombe non hanno risparmiato nemmeno gli ospedali. Solo martedì ne sono stati colpiti sei. Nel Ghouta manca tutto. Dai beni essenziali fino ai farmaci. L’assedio è iniziato nel 2013. Da allora, a intermittenza, il regime ha cercato di sbarazzarsi di questa spina nel fianco, troppo vicina alla capitale che si è mostrata vulnerabile ai tiri di mortaio dei ribelli”.
Parlano di aiuti umanitari – ma non li lasceranno entrare. Parlano di intervento Nato armato – ma così moriranno ancora più persone. La UE potrebbe protestare, ma sarebbe solo per farsi spernacchiare. E allora, noi tutti infinitamente colpevoli, cosa possiamo fare? Niente.
Non ho niente da dire o da proporre. Tutti sparano a tutti, tutti ammazzano i bambini di tutti. Ammazzano anche donne, vecchi, medici. Tutti ammazzano tutti. Non mi va di ammantarmi di moralistiche parole a vuoto. Di piangere per sentirmi più buona, non serve, è ipocrita.
Non ho proposte da fare. Per ora. Se non raccontarvi il mio silenzio interiore. Sono accecata dalle immagini di bimbi feriti, madri in lacrime, case in fiamme, morti di ogni età per le strade Se avete suggerimenti per azioni più utili, li aspetto. Se possibile li metterò in pratica; assieme a voi, si intende