LA MIA ANALISTA

Per anni avevo fatto lunghi monologhi, la mia analista mi aveva svezzata con i suoi freddi silenzi. Dopo averla temuta detestata desiderata amata odiata invidiata sognata, ora finalmente l’avevo assolta. Era stata me e poi la mia nemica e infine di nuovo in me. Ora incominciava ad avere vita autonoma.
Quel giorno mi guardava negli occhi e la vidi diversa, un’altra da sé, sarei allora presto cambiata anch’io. Un tonfo al cuore, non ci saremmo più viste, ce l’avrei fatta da sola. Per un’altra strada. Prima di andarmene rubai un pezzetto della sua anima e la portai con me, impastandola con la mia. E me ne dimenticai, per anni e anni.
Il sogno si ripeteva spesso da quando avevo smesso di raccontarmi alla mia analista. Non l’avevo mai fatto prima. Lei mi invitava a lasciarmi andare, senza una parola, solo uno sguardo allenato preciso esauriente. Avrei voluto alzarmi, riprendere fiato e dire il mio grazie, come non detto, ci ho ripensato.
Ma lasciai che la sua mano pesante e inutile si posasse sul mio seno. Un brivido lungo il mio corpo. Profumo di vuoto. Respirai profondamente ma poi ripersi il ritmo. Lo interpretò come piacere e continuò, con un movimento meccanico d’artista già stanca. La sua mano sul mio seno.
Avevo paura, ma la mia voce era rimasta nella stanza accanto, mentre le donne spalmate di olio mi preparavano per il rito. Sacrale. Incominciò a svitare il mio seno sinistro, svitava svitava ed io non avevo più lacrime. Da quando quel seno mi era stato donato dalla monaca di clausura che non sapeva che farsene, rinchiusa in convento dopo un bridge contro la moglie del farmacista, tra il piacere di un contre, la libidine di un surcontre. E ora quella donna me lo stava svitando. Mi svegliai di colpo, il mio seno era ancora tutto lì.
Oggi sulla metro il suo sguardo ha incrociato il mio. E’ lei, anche se i suoi capelli grigi sono più corti. Erano lunghi e neri. E’ lei anche se la camicia di seta nasconde il suo seno. Era bello, il suo seno, era grande.. E’ lei anche se i suoi occhi hanno incontrato i miei e sono volati subito via. I suoi begli occhi neri che ho tanto amato anni fa. Per un’altra strada.

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