Sei cose da fare alla Milano Fashion Week

 

Ehssì, sono stata anch’io a Milano, Settimana della moda, meglio detta “Sfescion Uic”. Toccata e fuga perché essendo una che “fa cose e vede gente”, avevo anche altro da seguire. Mica stiamo a pettinà le bambole qui, noi, giornaliste intelligenti.
Ad ogni modo, sono stata presa da un tourbillon di borchie, teschi, capelli impomatati, black, giapu, bella gggente, fiorato, rock, fragranza italiane e straniere, vociare, rumore di tazzine, catene, colori fluo, zeppe, etnico, bon ton, decorazioni, applicazioni, denim, bikers, borse griffate, il tutto condito da una sana spruzzata di botulino.. roba che me la sogno di notte ancora adesso.
E mentre ero lì che recitavo la mia parte, ho segnato sul mio moleskine, 6 brevi regolette, da appendere sul frigo, qualora voleste andare alla prossima MSU.

Siete pronti a prendere appunti? Regola n°

1. “Menatela sempre!” Questa me l’ha insegnata il mio amico Marcello, che lavora nel Fescion da mò, e quante ne sa. C’è anche la versione “Tiratela più che puoi”. Cioè: anche se non sei nessuno, faccia scocciata sempre e fai finta di essere la super mega top giornalista. Ti si apriranno tutte le porte. Di solito funziona. Avvertenza: se fossi cecata, attenzione a non sbatterci contro, nel caso (minimo), non si aprissero.

2. Se non hai un aifon, un tab, un aipad, un samsung note, un galaxi, o un caspita di cellulare sfigato dotato di internet e di centomila app, nessuno ti filerà mai. Quindi, rubali a tuo fratello, piuttosto, perché se andassi con tre di cui sopra, saresti proprio #top. E, mi raccomando, tuitta come una forsennata, qualsiasi cosa. Fa molto impegnata.

3. “Giampi, dov’è il Giampi?” Oh, quello, c’è sempre. D’altronde sei a Milaaaaaaaaaaano, vuoi mica che non ci sia un povero idiota che si chiami Giampi… Non hai un amico che si chiama così? Ma chissenefrega, quando sei in coda per entrare alle sfilate, tu fai finta di aver visto Giampi e chiamalo. Stima della gente intorno garantita.

4. “Mo’ n’ammo a fà lo street.” Ripeto, lo street, non lo strip. Capito? Allora, visto che non è che le maison possono invitare tutti, la stragrande maggioranza se ne sta fuori, ma ha trovato il modo di divertirsi e di sentirsi faigo, “facendo lo street”, andando a vedere passare chi ha l’invito alle sfilate più hip, cool, trendy (e qui Mancinelli rabbrividirebbe) che dir si voglia. Visti allo street: Daria Bignardi con figlioletta per mano, la Sozzani con clutch nella mano, Simone Marchetti tutto impomatato, la Battaglia, Nadege, la AnnadelloRusso, ed a scendere Stefano De Martino, Antonella Mosetti, Samantha De Grenet (se li conosceste, ditemi chi sono via e-mail).

5. Vestiti alla “cdc” (cercate la traduzione su google). Pensavi che non avresti mai più messo quel cappotto verde vomito che sa di naftalina da anni? Sbagliato! Indossalo alla prossima MSU e vedrai… successo garantito. Ti fotograferanno tutti e se fossi proprio fortunella, capita ancora che ti pubblichino su qualche sfeshion blog.

6. Devi assolutamente riuscire ad avere il badge (tesserino) di accredito. Non è facilissimo, a dirla tutta: o accettano la tua iscrizione come giornalista (e paghi), oppure cerca di conoscere qualcuno di interno che ti passi il badge. Potrai così andare e venire dalla lounge vista Duomo, e mangiare e bere a quasi ogni ora del giorno, poi ti guardi pure due sfilate al maxi schermo, te la meni un poco, fai due parole con uno qualsiasi che trovi lì e te ne vai con il trolley strapieno di tutte le riviste aggratis che hai trovato lì.

Buona MSU, quindi!

 www.ericavagliengo.com 

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