Alza lo sguardo e li vede. Sono proprio di fronte a lei, seduti fianco a fianco sulla panca del tram. Lui sembra un tronista della de Filippi: dai piedi, enormi, e dalle gambe lunghe – le ginocchia pelose e possenti che spuntano dai jeans tagliati – deve essere altissimo. Il viso bruno e maschio, i lineamenti scolpiti, un bellone insomma, a parte il broncio che gli deturpa l’espressione. Lei deve essere molto più bassa, niente di che, bionda e slavata, con la faccia di burro e gli occhi acquosi, come quelli di un coniglio. Adorante, gli si stringe addosso come una cozza, cerca di appoggiargli la testa nell’incavo del collo. Ma lui continua a respingerla, in malo modo, se la scrolla di dosso – lasciami in pace, mi togli l’aria. Lei niente, non si scoraggia e ci riprova, più e più volte. Lui si mette a sedere in punta, i gomiti sulle ginocchia, lei è spiazzata – che hai, gli chiede – lui – niente, sto comodo così e penso meglio. Pensare, è l’ultima cosa che credi possa fare quel tizio. Gli squilla il cellulare, si alza di scatto e si allontana, come se non volesse essere sentito da lei. Lei, in apprensione, cerca di cogliere qualche frammento di conversazione, quasi di leggergli le labbra. Dopo pochi secondi lui riprende il posto accanto a lei. Chi era? Nessuno che ti riguardi, le risponde brusco. Lei non si scompone, gli sorride e si rannicchia di nuovo contro di lui.
La signora seduta di fronte si costringe a distogliere lo sguardo, è disturbata e al tempo stesso affascinata da ciò che vede, come se fosse davvero davanti a una puntata di “Uomini e Donne”. Si rende conto però di risultare insistente e fastidiosa con quegli occhi appuntati su di loro. Anche se quelli non se la filano proprio, tanto sono calati nella parte di maschio padrone lui e geisha asservita lei. Torna a guardare i messaggi sul telefonino e si rende conto che manca poco alla sua fermata. Li cerca di nuovo ma non ci sono più, al loro posto una coppia di giovani extracomunitari. Lei ha una grossa sporta della spesa in grembo e lui un piccolo nel marsupio, di cui s’intravede solo la testolina scura, che il padre continua ad accarezzare con la mano.
Il tram prosegue sferragliando nel traffico caotico della sera.