La notte ha stelle tremule, vaganti. Sono stelle nate dal desiderio di chi continua a cercarsi nella levità dei sogni. Chi ha amato tanto e ha perduto il proprio amore guarda il cielo sospirando di ricongiungersi all’amato, invoca una giustizia celeste, reclama la fortuna, la buona stella che vorrebbe ritrovare.
Stelle e desideri che brillando guizzano nel cielo, un punto solo, un punto da lontano, splendore nel cielo per chi ancora sa guardare, un’eco incantata, un richiamo per coloro che vogliono ascoltare. Corpi celesti di incerta traiettoria, materia differente, fluttuanti fili evanescenti, dorati, senza peso.
Tessono trame di luce, disegni imprecisati, sostano per il breve tempo di un minuto, poi scompaiono. Sono stelle fuggitive i pensieri di chi ama. L’Orsa Minore vorrebbe divorarle, il Gran Carro trascinarle, disperderle lontano. Orione che risplende si stupisce di quanta luce sanno fare. Inquiete le stelle senza amore e l‘universo intero perde la traccia a volte del loro cammino.
“Le stelle son desideri chiusi in fondo al cuor, nel sogno ci sembran veri e tutto ci parla d’amor…” recita la canzone. E ancora: “Se credi chissà che un giorno non giunga la felicità non disperare nel presente ma credi fermamente e il sogno realtà diverrà”.
Uno splendore vago e disperso lampeggia nelle notti più belle e più chiare. Stelle che attendono, anime solitarie, stelle che non dormono, stelle che non si rassegnano a morire. Amanti che vogliono tornare ad amare. Sognano le stelle senza sonno, sognano l’amore. Stelle innamorate, luminose, meraviglia del cielo e del creato.