Per usare FB ci vorrebbe la patente

Per guidare la macchina ci vuole la patente. Per iscriversi a FB, invece, non ci vuole nulla, nemmeno il cervello. Eppure muovercisi dentro è più difficile che sulle strade più trafficate, e quasi altrettanto pericoloso per la nostra incolumità mentale.
Milioni e milioni di persone stanno su Facebook e non sanno riconoscere le bufale, non sanno difendersi dai troll, sono lì a ricevere passivamente comunicazioni distruttive: inermi, ignari, a volte anche pigri. Con la bocca aperta.
Io ci ho messo anni per imparare, almeno, a gestire il mio profilo, a non farmi assaltare da odiatori stipendiati, e a distinguere le balle stratosferiche dalle notizie. Ma l’ho fatto solo perché, essendo audiolesa, non avevo altro strumento che il web per stare con altri esseri umani. Ero costretta.
Dieci ore al giorno a cliccare, laicare, leggere, magari pensare – e alla fine capire qualcosa. C’è gente, con cui sono in contatto da anni, che commenta i link senza manco aprirli, senza sognarsi di sapere cosa c’è scritto DENTRO, senza neanche sapere che dentro c’è scritto qualcosa.
Io mi ci incazzo. Però devo confessare che io ci ho messo ben quattro anni per imparare a usare FB senza farmi troppo infinocchiare da bot e simili. Senza prendere per amici persone ipocrite e cattive (che scottate mi sono presa!). Senza cascare come una polla alle fake news di link provenienti da fonti create, con gran sapienza tecnica, da maligne SRL: sembravano vere.
Ora banno a tutto spiano. Sulla mia bacheca voglio star bene, non arrabbiarmi, spaventarmi, litigare. Ma farmi la patente da social è stato molto più faticoso e doloroso che farmi quella automobilistica.

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