Anne Sexton

Anne Sexton e la poesia delle donne

CANZONE PER UNA SIGNORA

Il giorno delle poppe e dei piccoli fianchi,
la finestra butterata di pioggia cattiva,
pioggia accattivante come un prete,
folli e dementi ci accoppiammo
accoccolate mentre la pioggia
sinistra gocciava come mosche sulle labbra,
sugli occhi contenti, sui piccoli fianchi.

“È gelida la stanza con la pioggia”, dicesti
e tu, tu femmina, col tuo fiore
recitasti novene alle mie giunture.
Sei il prodotto interno lordo, una potenza.
oh cigno mio, vastasa, cara rosa lanosa,
anche un notaio ci autenticherebbe il letto
quando mi impasti e lievito come pane.

 

Anne Sexton nelle sue poesie d’amore mette sulle pagine il corpo, o i corpi, del reato. Il reato è quello di declinare alla funzione di madre, di sposa, di angelo della casa per assumere panni pertinenti e consoni al proprio io per divenire amante amata, esibizionista e nascosta, timida e sfacciata, accalorata e fredda innamorata di una donna. L’amore, plateale e al contempo riservatissimo, è affollato di animali e di fantasmi di animali, uno che emula l’altro, di anime di umani che fanno capolino nell’intimità della casa – “[…] il fantasma dissoluto / dei miei genitori ficcanasa dal buco della serratura, / viene a strusciarsi alla colonna del letto, / anche il fantasma di tuo padre, […]”. Esiste nelle poesie d’amore di Anne Sexton un noi multiplo, come in quel gioco di specchi che moltiplica all’infinito le persone: è un due che nelle disparate situazione è diverso ma uguale a se stesso, un noi come le due casse imballate di oggetti di amore “Oggi hanno spedito a casa per nave la nostra estate / in due casse imballate con carta cerata / marrone, dentro sacchi di iuta cuciti. […]”. Due donne che divengono moltitudine e sono tutte le donne del mondo, questa sembra le reincarnazione sulla carta dell’amore della Sexton, parlare da donna di una donna come parlar di tutte: “[…] e una è /dovunque e alcune sono dappertutto e tutte / sembra che stiano cantando, sebbene certune / non azzecchino una nota. […]”. Sexton racconta in versi le puntate di una storia d’amore che non avrà lieto fine, come non lo avrà la sua vita, ma la pone così sotto i riflettori della sua penna da farne una storia vivida con arrangiamenti quasi contemporanei, all’intorno, l’ambientazione, sono gli Stati Uniti nel ’68, nulla di tanto lontano quanto vicino.

 

 

 

Anne Sexton, Poesie d’amore, 1997, Le Lettere, Firenze

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