«Vestitevi in tema da Harry Potter o da personaggi della Marvel». Lo chiede a chi parteciperà oggi al funerale Sara Canning, la compagna di Lyra McKee la giornalista di 29 anni uccisa l’altra notte a Derry da dei Repubblicani della Nuova I.R.A. «Lo avrebbe amato», continua Sara. Il funerale, a Belfast, sara’ strettamente privato, con una celebrazione pubblica nella cattedrale della Chiesa D’Irlanda.
Da tempo in Irlanda del Nord non c’erano vittime della violenza Repubblicana, e se questo assassinio riporta indietro il paese al ricordo dei tempi bui dei Troubles quello che sta succedendo, le reazioni alla morte di Lyra, aprono ad una speranza per il futuro. Anni or sono le notizie delle morti erano quotidiane, delle vittime non veniva neanche detto il nome, quello che facevano, cosa avevano perso, chi lasciavano. Erano solo un numero, ed era importante sapere unicamente se erano cattoliche o protestanti. E anche il funerale era l’occasione per nuovi scontri, per rivendicare la propria identità. Forse pare bizzarro un funerale con i personaggi di Harry Potter ma probabilmente è anche una maniera di uscire dagli schieramenti, di evitare bandiere e simboli.
L’altro giorno il Saoradh, il braccio politico della formazione paramilitare della Nuova I.R.A., ha sfilato per Dublino in divisa militare. Nelle loro dichiarazioni ufficiali non hanno mai pronunciato la parola assassinio, hanno incolpato la polizia britannica di averli provocati ed alla fine si sono scusati, come fosse un incidente. Durante la marcia un uomo si e’ messo in mezzo alla strada, fermo in piedi, in silenzio, costringendo i manifestanti a scansarlo. La polizia non lo ha spostato, la gente lo ha applaudito. A Derry, nel muto della sede del movimento la gente va e lascia delle impronte della mano in vernice rossa per ricordare l’assassinio di Lyra. Mani rosse virtuali appaiono a decine e decine nei commenti sulla loro pagina Facebook.
Il movimento che, anche grazie alla Brexit, stava riprendendo vigore ora appare isolato e non sottovalutato nel pericolo che rappresenta. L’assassinio di Lyra potrebbe essere il primo passo per una svolta definitiva, dell’abbandono di un odio spesso non espresso direttamente ma mai sopito. È l’occasione, se la politica saprà fare la sua parte, di demolire i muri fisici e mentali, magari arrivando a mettere le basi per una Irlanda unita che rispecchi la sua bandiera: l’arancione unionista, il verde repubblicano, uniti dal bianco della pace.
L’altro giorno un comandante della polizia ha detto «Le pallottole devono fermarsi da qualche parte, per quello non spariamo mai sulla folla. Lyra McKee ha fermato giovedì notte quella pallottola.».
Si spera che il suo assassinio servirà a fermare le pallottole per sempre.
Fulvio Rogantin