L’altro giorno sul tram mentre leggevo il giornale ascoltavo il cinguettio di una bimba seduta dietro di me che raccontava alla mamma la sua giornata a scuola. Vivacissima, proprietà di linguaggio anche se si capiva che era molto piccola, lieve inflessione meneghina. Quando mi sono alzata per scendere l’ho guardata sorridendo: era scurissima con una corona di treccine sulla testa, idem la sua mamma. Vorrei dire ai signori leghisti e a tutti i trogloditi che abitano il nostro Paese da nord a sud, che quella bimba è a pieno diritto cittadina italiana: frequenta la nostra scuola pubblica, parla, molto meglio di loro la nostra lingua, la sua mamma umile e dignitosa lavora nel nostro paese e contribuisce al suo Pil. Lo Ius Soli è un principio di elementare civiltà, non una regalia fatta piovere dalle generose mani di un Ministro solo in casi straordinari, come in quello del bambino che ha salvato i suoi compagni sul bus di San Donato milanese.
cittadinanza integrazione Ius soli