Yukio Mishima

Il 25 NOVEMBRE del 1970 con mossa spregiudicata e premeditata il celebre e controverso scrittore giapponese Yukio Mishima, messa in allerta la stampa, e invadendo le sedi istituzionali, con l’aiuto di alcuni fedelissimi membri della società patriottica degli Scudi, dà temerario spettacolo della sua morte, dando spettacolo nella morte, come ultimo atto di violenta insurrezione, non contro la società degradata, come volle far credere, ma contro qualcosa aggrappato ferocemente alla natura umana, alla natura stessa, alla vita nel suo incedere, crollare, morire, svanire e dissolversi. Solo la morte per Mishima rende reali, rende veri e quindi immortali. In essa soltanto si riunisce la duplice irrealtà dell’arte e dell’azione, in essa soltanto, la vita incapace di racchiudere e di rendere attingibile il Mistero e l’assoluto conchiuso nel reale, e l’arte che trattiene il Mistero ma impedisce sempre più di vivere essendo solo un “ombra della vita” che rende impotenti trova la sua realtà. La scomparsa del ricordo luminoso di Kiyoaki, che Shigekuni Honda scopre, trasalendo, dalla memoria della donna molti anni prima amata dall’amico: Satoko, conclusione dell’ultimo capitolo della tetralogia il Mare della Fertilità, non lascia ad Honda spazio al dubbio, Kiyoaki non è mai esistito, e la vita per Honda trascorsa alla ricerca delle successive reincarnazioni dell’amico dopo la sua morte non ha mai avuto senso. Svanito il ricordo svanisce anche ciò che è reale, e tutto ciò che è stato si dissolve, ancora una volta la vita per Honda, incapace di morire per amore come Kyioaki, o compiendo il seppuku come Isao Inuma non può essere stata altro che un ombra. Un ombra che contempla le luci di esistenze ad ogni reincarnazione bruciate e consumate nello splendore violento della giovinezza.
Ancora una volta la morte rende reale la vita, inseguita dietro l’incoscienza della passione, o autoinflitta per eternare il significato di un idea. Ma questa è solo la superficie o poco più di quello che fu Mishima, capace come pochi altri di creare straordinarie architetture romanzesche, dove la fine psicologia, complessa e analizzata con perfezione e spietatezza, si unisce a una forte valenza simbolica e filosofica. Peggiori ed astratti i romanzi influenzati dalla pessima ideologia dell’esistenzialismo(dal sottoscritto per sempre tumulata in Caligola ), come La casa di Kioko, grandiosi i romanzi sontuosi, tragici e sublimi, quali: Il tempio del Padiglione D’Oro , e soprattutto Neve di Primavera, e i racconti della Dimora delle Bambole , e di Morte di mezza estate. Di grande rilievo anche i romanzi Sete d’Amare, e Trastulli di Animali. Oltre che il grande romanzo d’esordio Confessioni di una Maschera. L’Erotismo forma perfetta della vita, ultima e più alta che sussiste solo scritta col sangue nei corpi degli amanti, l’erotismo come forma di purezza che avidamente e voracemente porta all’assoluto sussiste soltanto se gli amanti stessi sono disposti e pronti a morire per conservare come uno spazio sacro questa purezza, immobile ed imperturbabile, che sopravvive nella morte al decadimento, all’annullamento, allo sbriciolare ineluttabile e vanificante del tempo e della vita. Si legga per questo il paradigmatico racconto Il Principe Karu e La Principessa Sotori .Per la bellezza e l’arte simbolizzate da un tempio meraviglioso, che divengono più sono imponenti e grandiosi ostacoli che sempre più impediscono il vivere umano si legga Il Tempio del Padiglione D’oro, per la giovinezza violenta e fanatica che cerca la morte come unica e possibile realizzazione della tumultuosa tracotanza della forza di questa giovinezza si legga Cavalli in Fuga, come filosofico sguardo sulla Storia e sul mondo, intrecciato magistralmente alla tragedia d’amore si legga Neve di Primavera, per le ossessioni erotiche e religiose di martirio, e per il tema del teatro e dell’omosessualità si legga Confessioni di una Maschera e per dare uno sguardo conclusivo su Mishima, sintesi perfetta della sua contraddittoria esistenza si legga il biglietto che lasciò alla sua morte, asseverante che egli volle morire per conservare l’inviolabilità “erotica” di quel Mistero, che “sussiste ormai solo nell’Arte” LA VITA E’ TROPPO BREVE, MA IO VOGLIO VIVERLA SEMPRE.

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