Oh Signora mia, mi faccia un po’ di posto va che queste gambe mi stanno ammazzando, non mi tengono su più…
Ahi ahi ahi ahi… è sempre stato il mio tendone di Achille le gambe e i piedi, fin da quando ero piccolina… prima i piedi, che già da bambina avevano sempre un po’ di odore anche se li lavavo tre volte al giorno che la mia mamma, pace all’anima sua, anche se non avevamo mica il bagno, era proprio severa e a certe cose ci teneva, e ci faceva lavare, mattina e sera, la faccia, il sedere e la natura e i piedi, che io li lavavo una terza volta che c’avevo l’ansia della puzza, perché il bagno si faceva solo il sabato nel mastello grande…
Poi diventando signorina, siccome che sono sempre stata un po’ bassina e mi piaceva il tacco, mi piacevano da morire le decoltè, ma anche lì un’altra sofferenza, che da ragazza mi era venuto l’alluce valvola, la cipolla, e le scarpe chiuse mi facevano tutte male che mi picchiavano proprio sull’osso, e sentivo le pene dell’inferno…
Meno male che il mio Gianni, il mio marito, era un ragazzo alla buona e non ho mai dovuto pastrugnarmi troppo per piacergli, gli andavo bene com’ero, che mi chiamava il suo fighino da mezzo chilo!
Arrivo proprio adesso dall’ospedale che l’ho ricoverato tre giorni fa, a operarlo a l’ernia inguinale…
Oh Signora mia, non si poteva più andare in giro che tutti ci guardavano lì in mezzo alle gambe che sembrava che ce l’aveva solo lui, che invece, poverino, anche in questo mi sa che non sono stata tanto fortunata, che a sentire le mie amiche “e il mio marito di qua, e il mio marito di là”, che a me mi sembrava sempre un’esagerazione, che il mio Gianni, tranne che adesso con l’ernia, non ha mai avuto granché e la notte eravamo così stanchi che come toccavamo il letto ronfavamo…
Che io, a furia di stare in piedi così tante ore al giorno, che per tutta la vita ho fatto e rifatto le stanze in un hotel, sono cominciati anche i problemi di circolazione, che la botta finale me l’ha data la gravidanza quando è nato il mio Mario, sempre con le gambe gonfie, e anche il parto che fatica, con il travaglio che non finiva più, Madonna che vergogna tutto quel scurengiare davanti al dottore e alle infermiere, che non è mica normale, e poi tutta sporca di emme, spingi e spingi, spingi e spingi, mi sono saltate fuori le vene vanitose su tutte due le gambe…
Comunque per tanto tempo, anche nella sofferenza, al mio mezzo tacchetto non ho mai rinunciato, ma poi invecchiando c’è stata la rovina totale e a me che sono sempre stata un pochino vanitosella, mi si sono chiuse tutte le porte del sciopping, perché conciata così non so più cosa comperare…
Per fortuna che ho trovato un bel negozietto elegante nel centro commerciale dietro casa mia, “Il paradiso della pianella” che vende tutto per l’arto inferiore, dal collant alla scendiletto, anche se ormai il mio dottore, il langiologo, è stato removibile e, all’ultimo controllo, l’ha messa giù dura che cara signora mia, che stufita, con quelle gambe lì come le sue o si cambia o si cambia che ho anche pianto con la Giusy, la commessa del negozio che è diventata la mia amica, che mi tentava con tanti modellini, il cignetto e i strass, che mi facevano pazzire, no Giusy, gli ho detto,, adesso devo mettermi il gambaletto elastico di microfiga, e per aiutare la circolazione, che ormai al posto dei piedi mi sembra di avere due zamponi, e posso portare solo la giambatta atomica!