La vicenda è ambientata a Napoli nel 1972, una Napoli diversa dal formato cartolina: niente sole, niente mare, una città piovosa e malinconica, notturna, piena di vicoli bui in cui risuonano i passi di Peppino Lo Cicero, ex-sicario della Mala. Peppino è ormai in pensione, la “professione” l’ha passata al figlio Nino, luce dei suoi occhi. A lui non resta che vivere nel passato, col ricordo dell’amatissima moglie precocemente deceduta e una strettissima cerchia di guappi invecchiati come lui. Ma la “vita è terribile” – come dice Peppino, e riserva delle amare sorprese a cui bisogna far fronte.
Il film di Igor Tuveri, detto Igort, si ispira alla graphic novel da lui scritta e disegnata nel 2002, stesso titolo, stesso protagonista, stessa atmosfera. Peppino è interpretato da Toni Servillo, cui viene imposto un nasone dantesco e un impermeabile alla tenente Colombo.
E’ lui a raccontare la storia con un deliziosa cadenza partenopea. Storia divisa in 5 parti, con titoli accattivanti, epilogo e prologo più da tragedia greca che da commedia alla Totò, ma con un’ironia sottile e un linguaggio colorito che attraversano tutta la vicenda. La scenografia è sorprendente, i luoghi rivisitati con aderenza ai tempi: le macchine, i cartelloni pubblicitari (i “Pomidoro Cirio”, il digestivo Antonetto, l’insegna gigantesca del Campari) che interagiscono con inserzioni fumettistiche tratte dalle strisce originali.
Accanto a un Servillo al meglio di se stesso, bravissima Valeria Golino nei panni dell’ex-morosa di Peppino e Carlo Buccirosso che interpreta Toto Macellaro, sodale di Lo Cicero. Altra protagonista indiscussa: la tazzulella ‘e cafè centellinata e celebrata come premessa indispensabile a ogni decisione.
“5 è il numero perfetto” di Igort – Italia 2019